CATANIA – “È davvero surreale e al contempo emblematico, segno di una certa “cultura” e sensibilità, che i presidenti della Confcommercio e della Camera di commercio del Sud-Est utilizzino il Pride come capro espiatorio dei contagi Covid – dichiara il presidente di Arcigay Catania, Armando Caravini – L’errore di partenza è che il Catania Pride è stato paragonato a un evento commerciale, come se si trattasse di una festa in discoteca. Il Pride, invece, ricordiamo è una manifestazione politica e le manifestazioni politiche sono consentite in Sicilia, anche in zona gialla“.
Questa la replica di Arcigay Catania agli attacchi mediatici che, nelle scorse ore, hanno visto al centro delle polemiche la rivendicazione di sabato scorso al Lungomare di Catania dei gruppi Lgbt, insieme per manifestare la propria, libera, esistenza. Una condizione che appare, quindi, scomoda ancora a molti, alla luce di argomentazioni destinate a sbiadirsi. Entrando nello specifico degli “attacchi”, prosegue così la replica di Caravini: “Dov’era il presidente Agen – dice – quando nei lidi si ballava gomito a gomito a suon di musica da discoteca? E non si dica che non è vero perché il repertorio fotografico è vasto. Ed ancora, dov’era quando la città si è riversata in strada, lo scorso luglio, per festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei? Come fa a paragonare una manifestazione politica, che ha visto la partecipazione di non più di mille persone, a una festa importante e patronale come quella di Sant’Agata, sentita non solo a Catania, ma anche in tutta la Sicilia e che, certamente, non fa mille partecipanti?”
“Infine, dov’era l’indignazione del presidente della Confcommercio quando, fino a qualche tempo fa, i no vax hanno manifestato generando assembramenti, senza essere vaccinati e senza mascherina perché disconoscono i presidi sanitari? Al Catania Pride le persone erano con la mascherina e c’era pure un camper per le vaccinazioni e per la cui presenza ci saremmo semmai aspettati un responsabile plauso. Rispediamo al mittente le sue polemiche sterili. O dobbiamo pensare che, a dare disturbo, è invece proprio la nostra esistenza?”.