Policlinico, la psichiatria negata: una storia 'da pazzi'

Policlinico, la psichiatria negata: una storia ‘da pazzi’

I problemi dell'Unità chiusa per il Covid e non ancora riaperta.

PALERMO Il Covid non distrugge soltanto direttamente tutto ciò che incontra, opera una devastazione indiretta, per esempio negli altri servizi sanitari, come questa vicenda conferma, insieme al resto. Il reparto di Psichiatria del Policlinico di Palermo è in sospeso da un anno. Già a scriverla così sembra una ‘storia da pazzi’. Non fraintendiamo: non coloro che chiamiamo ‘pazzi’, mettendoli ai margini della vita e dei pensieri, per una sofferenza di cui non hanno colpa: persone che discriminiamo, usando il campo di concentramento del linguaggio. Un odioso stigma.

Qui c’è un dramma, una ‘follia’, che riguarda un intero sistema sanitario, non una sua fetta. L’esperienza generale rivela l’ardua complessità di gestione di una catastrofe straordinaria che non riesce a turare le falle dell’ordinario. Così ogni buco rischia di diventare una voragine, al netto di ogni possibile ragione o fatalità in un contesto di disfunzioni.

Racconta il professore Daniele La Barbera (nella foto), psichiatra, direttore di quella Unità di cui ripercorre le tappe: “A marzo dell’anno scorso mi è stato comunicato, con garbo ma con fermezza, che avremmo dovuto lasciare il nostro reparto al Policlinico, per fare spazio ai posti Covid. Si tratta di tredici posti letto in pianta organica, di cui otto attivi. Noi abbiamo lottato per averlo, pure contro l’indifferenza di alcuni colleghi. Fino a qualche tempo fa, eravamo in via la Loggia. Lei si immagini… Un pezzo di ospedale generale a tre chilometri dall’ospedale stesso, in una zona trafficata, non agevole da raggiungere con l’ambulanza. Una follia. C’è stato detto: dovete andare via perché questa sarà un’area grigia Covid. Ho chiesto delle garanzie, mi era stato assicurato che a luglio saremmo rientrati. Ora mi chiedo: ma a luglio quando?”.

Il professore parla con foga appassionata: “Noi siamo anche un centro di formazione universitaria, non solo di cura. La Psichiatria del Policlinico non c’è da un anno: ecco il punto. Non ricoveriamo nessuno da un anno. Abbiamo a che fare con pazienti delicatissimi che stiamo perdendo di vista, viene meno il principio di continuità della cura che per noi è fondamentale. Allora ho proposto: almeno fateci tornare in via La Loggia per tutto il tempo che sarà necessario, ci sono tanti luoghi sotto utilizzati. Vaghe promesse, accenni, solidarietà, ma non ci siamo. La pandemia, con il resto, sta svelando il bisogno di assistenza davanti a una grande e diffusa fragilità mentale. Possiamo permetterci una simile assenza?”.

La domanda sofferta del professore La Barbera prevede una risposta non retorica, nelle cose. Anche i sindacati stanno pressando affinché si affronti il problema. Ci sono anime sdrucite che urlano, nella notte del Covid, e chiedono aiuto. Non possono essere lasciate sole, dimenticate, come sovente accade, nell’angolo più buio del dolore di tutti.

La replica del Policlinico

“In questo momento storico il policlinico Giaccone ha dovuto far fronte all’emergenza pandemica con un fabbisogno di posti letto che, come noto, è stato di recente ulteriormente potenziato. Sono 96 ad oggi i posti letto Covid dedicati; tutto ciò si inserisce in un contesto complessivo che deve tenere conto anche dei numerosi cantieri aperti per la ristrutturazione di nuove aree di emergenza. Al momento la psichiatra riesce ad assicurare l’attività ambulatoriale in via La Loggia, ma non dispone dei posti letto. Comprendiamo l’importanza di questo servizio ed è interesse dell’azienda far sì che si possano presto ripristinare le degenze all’interno del policlinico: ciò dipenderà sia dall’andamento della curva pandemica, ma anche dall’impegno, più o meno gravoso, che come Aou saremo chiamati a sostenere sulla base delle richieste dell’Assessorato alla Salute. Una ulteriore variabile risiede nei tempi di consegna dei lavori in corso in alcune aree interne al policlinico e prevista entro giugno 2021. Poter contare sulle nuove aree ristrutturate, infatti, ci permetterà di disporre di ulteriori spazi che nell’ambito di una breve riorganizzazione complessiva porteranno ad avere aree a disposizione per le degenze di psichiatria. Nelle scorse settimane abbiamo anche vagliato – con un sopralluogo effettuato dall’ufficio tecnico in via La Loggia – l’opzione di una ristrutturazione di una porzione di area, in atto inutilizzata, dove allocare le degenze, ma dall’analisi effettuata è emerso che ciò determinerebbe – al netto di maggiori costi – anche un ulteriore allungamento dei tempi. Riteniamo che tra maggio e giugno avremo esatta contezza della situazione, condizione indispensabile per la pronta riattivazione dei posti letto di psichiatria”.


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