PALERMO – Partita la disfida elettorale con la presentazione delle liste, per il momento l’unico verdetto certo riguarda i grandi assenti. Cioè i protagonisti degli ultimi anni della politica siciliana rimasti fuori dai giochi. Storie diverse, c’è chi è stato segato dal suo partito, chi ha fatto un passo indietro, chi ha deciso addirittura di ritirarsi dalla politica. Di certo, tanti nomi di peso salteranno questo giro. E se si mettono in fila ne viene fuori un bel pezzo delle cronache politiche dell’ultimo lustro. E magari di più.
Se si dovesse partire in ordine alfabetico non si potrebbe non cominciare da Angelino Alfano. Il ministro uscente ha annunciato il 6 dicembre scorso la sua decisione di non ricandidarsi. Una mossa che ha preceduto l’agonia del suo partitino centrista, che dopo anni di ambiguità si è spaccato tra quanti hanno preferito tornare al centrodestra, i più, e quanti hanno optato per l’alleanza col Pd, come Beatrice Lorenzin. Recordman di longevità sulla poltrona ministeriale, nonché unico e solo segretario del fu Popolo della Libertà, Angelino è stato un assoluto protagonista della politica nazionale degli ultimi anni. E la sua assenza è la più “pesante” a queste elezioni. Ma certo non la sola. Tra gli alfaniani non si ripresentano anche Dore Misuraca, braccio destro di Angelino e tessitore dell’alleanza col centrosinistra a Palermo, e Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura che ha bocciato come troppo “debole” il progetto neocentrista accanto al Pd. Restando dalle parti dei centristi, ha annunciato pochi giorni fa la sua decisione di ritirarsi dalla politica Gianpiero D’Alia. Il fedelissimo di Pierferdinando Casini non correrà a queste elezioni, dopo essersi speso per mettere su la lista Civica popolare di Lorenzin nella Sicilia orientale. In questi anni D’Alia era stato il leader dell’Udc siciliana, protagonista nei governi d i Lombardo prima e di Crocetta poi.
Mancherà anche il mattatore assoluto dell’ultimo quinquennio, cioè Rosario Crocetta. Il governatore non ha trovato posto nelle liste del Pd, malgrado le rassicurazioni di Renzi al tempo del suo passo indietro alle Regionali. Crocetta non l’ha presa troppo bene e da giorni spara a zero contro il segretario e il suo colonnello siciliano, Davide Faraone. È rimasto appiedato anche l’alter ego politico dell’ex governatore, cioè il sempiterno Beppe Lumia, che stava in Parlamento ininterrottamente dal 1994, quando i l presidente della Francia era Francois Mitterand e alla Casa Bianca c’era Bill Clinton. Per il campione dell’antimafia politica Lumia non è bastata l’adesione alla corrente di Michele Emiliano, rimasto quasi a bocca asciutta nella spartizione dei collegi. Non c’è stato spazio nemmeno per Giuseppe Antoci, il presidente dell’Ente parco dei Nebrodi scampato a un attentato, di cui si era parlato come possibile candidato.
A sinistra, sotto le insegne di Liberi e Uguali, si fa notare l’esclusione di Pino Apprendi. L’ex deputato regionale aveva lasciato il Pd correndo con Fava alle Regionali senza essere eletto. Non ha trovato posto nelle liste delle Politiche, dove i big di LeU si sono candidati in più collegi per avere più chance di essere eletti.
Nel centrodestra l’assenza che più si fa notare è quella di Tonino D’Alì. Lo storico leader di Forza Italia a Trapani e dintorni non ha dato la sua disponibilità a candidarsi in polemica con Gianfranco Miccichè, lamentando la “mortificazione” della provincia trapanese da parte del partito di Berlusconi. Nelle liste forziste non c’è neanche l’uscente catanese Enzo Gibiino, che aveva preceduto Miccichè alla guida del partito siciliano.