Alfano, l'appalto milionario e la Sicilia: chi guadagna? DATI - Live Sicilia

Alfano, l’appalto milionario e la Sicilia: chi guadagna? DATI

Proviamo a rimettere in fila, dopo le foto di rito, il complesso puzzle fatto di potere, opportunità e scelte politiche

PALERMO – Il colosso sanitario guidato da Angelino Alfano, l’appalto da 8milioni di euro per gestire la cardiochirurgia pediatrica del Civico di Palermo e la Regione Siciliana che paga. Ma chi ci guadagna? Proviamo a rimettere in fila, dopo le foto di rito, gli elementi che compongono questo complesso puzzle fatto di potere, opportunità e scelte politiche. SEGUI LA SEZIONE INCHIESTE DI LIVESICILIA

Opportunità e scelte politiche

Il primo dato, oggettivo, è che Palermo e la Sicilia occidentale si scontrino, da tempo, con l’assenza di un punto di riferimento per la cardiochirurgia pediatrica. Sotto la presidenza Lombardo, nacque il centro di Taormina, sempre grazie a una convenzione con un colosso, il Bambin Gesù. Ma adesso Taormina “è fuori dalla rete ospedaliera”, come spiega a LiveSicilia il manager del Civico di Palermo Roberto Colletti, apprezzato per i risultati che è riuscito a conseguire, storicamente vicino al deputato Riccardo Savona di Forza Italia, scomparso ad agosto.

“Abbiamo fatto – aggiunge Colletti – una gara internazionale, una gara con un partenariato pubblico – e privato. Lo scopo è quello di creare un reparto autonomo nostro, iniziando l’attività con nomi di alto profilo, come il gruppo San Donato, il primo in Italia”. LEGGI LA PRIMA PUNTATA

I numeri e i soldi

Otto milioni di euro al San Donato per tre anni, con la possibilità di un ulteriore rinnovo di 24 mesi.

A fronte di questo stanziamento, gli specialisti privati andranno a Palermo “due volte al mese, per 2 o massimo 3 giorni”, conferma il manager del Civico.

Altro quesito, quanto personale impiegherà il San Donato in questo appalto? Il modello sanitario di gestione pubblico/privato del nuovo reparto prevede l’organizzazione e concentrazione degli interventi in pochi giorni al mese con “due chirurghi di altissimo profilo, la possibilità che venga il primario, un cardioanestesista e un caposala”.

Come si arriva, quindi, alla cifra di 8milioni di euro? Il Civico ha quantificato, per ciascun anno, circa 320mila euro di costi per 24 trasferte, con hotel e ristoranti. A Questi si aggiungono le percentuali del 25% di ciascun rimborso regionale per il DRG sugli interventi. Il totale, con circa 200 interventi l’anno, arriva a 8milioni di euro in tre anni. Facendo un calcolo medio, se per un intervento di cardiochirurgia il Civico riceve circa 25mila euro dalla Regione, il privato ne incassa, spese comprese, 133mila euro. Si tratta di una stima basata sulle dichiarazioni del manager, visto che ancora, il contratto non è stato pubblicato.

Gli ulteriori costi per il pubblico

Gli otto milioni di euro al San Donato non bastano per gestire il reparto, perché il Civico dovrà sostenere i costi di tutto il personale necessario al funzionamento del reparto, per coprire le turnazioni, compresi gli infermieri di altissima specializzazione. E ancora, a carico del pubblico c’è anche l’acquisto dei materiali necessari per gli interventi.

La scommessa e i fallimenti

La scommessa del Civico è di creare un reparto tutto siciliano di cardiochirurgia, che riesca ad affrancarsi dalla necessità di dover pagare, a peso d’oro, le competenze in forza ai privati.

Quello palermitano potrebbe diventare un reparto di riferimento per la Calabria e la Sardegna e sarebbe una conquista. Ma la politica dovrebbe riuscire a vincere la scommessa già persa a Taormina: affrancarsi dall’abbraccio caldo e costoso di un centro di eccellenza non pubblico. Inizierebbe una nuova strada. Renato Schifani la vuole percorrere? SEGUI LA SEZIONE INCHIESTE DI LIVESICILIA


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