Gli sprechi dell'Ars| Soldi in un conto personale - Live Sicilia

Gli sprechi dell’Ars| Soldi in un conto personale

Trovato uno strano passaggio di denaro dal conto corrente di un gruppo ad uno personale. Ed ancora: politici in viaggio con le mogli e prelievi in contanti. Si concentrano su questi punti le indagini dei finanzieri della Polizia tributaria che stanno passando al setaccio le spese dei gruppi parlamentari dell'Ars

Palazzo dei Normanni, sede dell'Ars

PALERMO – I soldi del gruppo sarebbero transitati su un conto personale. Un residuo di otto mila euro su cui la finanza ha messo gli occhi. Passando al setaccio le carte prelevate all’Ars vengono fuori nuove “anomalie” nella gestione dei soldi assegnati ai gruppi parlamentari. I finanzieri del nucleo di Polizia tributaria si sono messi alla ricerca della pezza d’appoggio che giustifichi l’insolito movimento bancario e soprattutto spieghi come siano stati spesi gli otto mila euro. Di pezze d’appoggio finora, in verità, ne hanno trovato poche o niente.

Molti invece, i prelievi in contanti. Uno, due, tre giorni di fila. Due, tre, quattro mila euro alla volta. Fino a raggiungere, in un caso, la cifra record di 50 mila euro. Ed ancora: politici in viaggio con mogli e fidanzate al seguito. Insomma, il lavoro non manca ai finanzieri che nei giorni scorsi hanno prelevato carte e documenti negli uffici di tutti i gruppi a Palazzo dei Normanni. Ed hanno iniziato a spulciarli. Partendo dai più numerosi: Pdl e Pd. Senza tralasciare gli altri: Pid, Mps, Udc, Fli, Grande Sud, Mpa e Gruppo Misto.

Dalle prime indiscrezioni era già venuto fuori che le pezze d’appoggio scarseggiano. Così come era emersa l’abitudine di usare denaro contante. Perché tutti questi soldi cash e per cosa sono stati utilizzati? I viaggi dei deputati con mogli al seguito erano davevro legati ad impegni istituzionali?

L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Sergio De Montis e Maurizio Agnello è di quelle complicate. I conti correnti sono intestati ai capigruppo che sono gli unici a potere movimentare il denaro. Ogni quattro mesi le spese vanno dimostrate con delle certificazioni. Di recente le regole sono cambiate: da marzo 2012 non basta più un semplice foglio di carta con un timbro, ma le giustificazioni di spesa devono essere più dettagliate. Tutto ciò significa che su quanto sia accaduto prima di marzo 2012 non sarà facile indagare.

Nei giorni scorsi i militari hanno portato via faldoni di carte, acquisito i libri contabili, fotocopiato le buste paga del personale, le note spese di trasferte e telefoni. Hanno chiesto chiarimenti sulle spese per convegni e ristorazione. L’obiettivo è fare le pulci ai conti della politica, che poi sono i costi dei contribuenti., per confrontarli con i movimenti bancari. Il risultato della prima analisi evidenzierebbe la mancanza della documentazione necessaria per giustificare molte spese. E siamo solo all’inizio.


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