Furti d’auto in 5 province, la polizia arresta due catanesi

Furti d’auto in 5 province, la polizia arresta due catanesi

Secondo la Squadra Mobile di Enna sarebbero responsabili a vario titolo di casi a Enna, Caltanissetta, Messina, Catania e Siracusa
ARRESTI DOMICILIARI
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ENNA. La Squadra Mobile di Enna ha arrestato e posto ai domiciliari due catanesi ritenuti responsabili, a vario titolo assieme ad altri, di furti in cinque province della Sicilia, ovvero Enna, Caltanissetta, Messina, Catania, Siracusa, tra febbraio e aprile del 2022. Per loro, così come per altre sette persone, originariamente il gip di Enna aveva disposto solo l’obbligo di dimora (per un decimo indagato fu disposto l’obbligo di presentazione alla pg), mentre il Riesame, prima, poi la Cassazione, si sono espressi per una misura cautelare.

E questa mattina i poliziotti ennesi, diretti dal vicequestore aggiunto Vincenzo Perta, li hanno posti ai domiciliari. Gli arresti, in pratica, costituiscono l’epilogo della cosiddetta “operazione Fora”. L’indagine, partita a metà febbraio dello scorso anno, seguì una preoccupante recrudescenza dei furti d’auto, fenomeno che nell’ultimo periodo, da queste parti, era quasi scomparso. 

Le indagini consentirono alla polizia di rilevare l’esistenza di due distinti gruppi criminali che agivano in trasferta  – tutti catanesi, la maggior parte dei quali già denunciati per analogo reato – specializzati in furti di Fiat 500L, Fiat 500X, Fiat Panda, Alfa Romeo Giulietta e JEEP Compasse ed in grado di realizzare le azioni criminali in modo scientifico e professionale sia in pieno giorno che di notte, riuscendo in pochissimo tempo ad aprire le vetture, metterle in moto e scappare via a bordo del mezzo rubato.

Diciannove i colpi accertati nelle cinque province centro orientali della Sicilia: in un’occasione, gli uomini della Squadra Mobile di Enna sono riusciti anche ad intercettare, presso il casello autostradale di San Gregorio di Catania, una Jeep rubata a Taormina circa mezz’ora prima, al momento guidata da uno degli indagati. L’auto è stata poi restituita al proprietario. L’inchiesta è stata coordinata dalla magistratura requirente ennese, diretta dal procuratore Massimo Palmeri.


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