03 Settembre 2016, 06:00
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PALERMO – Non è più una poltrona, ma una sediolina. È tutta lì la metamorfosi di uno degli intramontabili di Sicilia. Mirello Crisafulli si è piazzato al centro dello stand della sua università rumena, l’ultima invenzione di un politico che per anni ha rappresentato il vecchio e il nuovo della Sicilia. Mirello c’è, insomma. In un modo o nell’altro. E la sua storia è quella di un sempreverde che ha recentemente avuto a che fare con i semafori rossi. Quelli del suo Pd contro la candidatura alle politiche e quelle del Miur nei confronti della Fondazione Proserpina e del suo ateneo di Enna.
Una storia politica, quella di Crisafulli, iniziata ufficialmente nel 1985, quando fu eletto consigliere della Provincia di Enna nelle file del Partito comunista. Quindi ecco quindici anni all’Ars tra il 1991 e il 2006. In mezzo anche la carica di assessore regionale alla presidenza nel primo e nel secondo governo Capodicasa. Nel 2006 arriva le elezione a Montecitorio, e nel 2008 quella a Palazzo Madama. Nel 2013, poi partecipa alla primarie del Pd, risultando tra quelli in lizza per un posto utile in Parlamento. Ma il partito lo considererà un “impresentabile”, estromettendolo. È il primo stop, al quale seguirà il fallito tentativo di farsi eleggere sindaco di Enna, nonostante debba presentarsi con un simbolo “contraffatto” del Pd (Ed-Enna Democratica). Dopo questa sconfitta, ecco l’invenzione: l’università di medicina rumena nella sua città. E il palchetto alla festa di quel partito che lo depennò dalle liste. Dalle poltrone alla sediolina, ma dopo 31 anni Mirello è sempre lì.
Dove troverà un vecchio compagno. Antonello Cracolici non solo ha resistito alle ventate rottamatorie del suo partito, ma ha pure rilanciato: oggi è assessore del governo Crocetta. Un incarico giunto dopo anni di militanza che fanno dell’ex capogruppo Pd quello che si dice un “politico di professione”. Lui stesso nel suo profilo rinvenibile sul sito ufficiale del Pd rivendica il proprio impegno iniziato all’età di 18 anni come consigliere di circoscrizione a Pallavicino. Nel 1993 è invece consigliere comunale a Palermo: uscirà da Sala delle Lapidi solo nel 2000. In quegli anni anche l’incarico di assessore della giunta Orlando. Col nuovo secolo inizia la nuova avventura da deputato all’Ars: prima elezione nel 2001, Cracolici, quindici anni dopo è ancora saldamente in carica e ha anche “convinto” Crocetta, dopo averlo a lungo e aspramente criticato, ad archiviare il suo veto nei confronti dei deputati in giunta. Adesso è a capo del ricco assessorato all’Agricoltura. E sono 30 anni di incarichi politico-amministrativi.
La storia politica di Emilio Arcuri, invece, inizia addirittura nel 1980, quando viene eletto, per poi essere rieletto più volte, consigliere comunale di Palermo. Nel corso degli anni, diversi incarichi di assessore, con l’ultimo nell’attuale giunta di Leoluca Orlando dove ricopre anche il ruolo di vicesindaco. Ti sposti dai governi al sottogoverno e incroci necessariamente la lunga e a tratti incredibile storia dell’eterno liquidatore Rosalba Alessi. Sono in liquidazione addirittura dal 1999 infatti l’ente minerario Ems e l’ente per la promozione industriale Espi, insieme all’Azasi (l’azienda asfalti siciliani). Ma Rosalba Alessi, docente di diritto all’Università di Palermo, non ha ancora portato a compimento l’operazione. Intanto, anche quest’anno in Finanziaria è arrivato puntuale lo stanziamento per la gestione di questi enti: quattro milioni e mezzo. Il liquidatore di Espi e Ems riceve quasi 44 mila euro annuo per ciascuna liquidazione. Da 17 anni.
Intramontabili della burocrazia, in grado di cascare sempre in piedi. È il caso di Enzo Emanuele, che per tanti anni è stato il più potente dirigente di Sicilia. Segretario generale e Ragioniere generale della Regione, era lui a decidere il destino di vita e di morte (economica) nell’Isola. Poi, qualche scivolone, come una corposa condanna contabile per la gestione di una banca dati per conto di Sicilia e-servizi. Ma ecco il ripescaggio in Irfis, società partecipata trasformata recentemente in “quasi-banca” dal governo Crocetta, dove Emanuele è il direttore generale dal 2012. In mezzo una sfilza di incarichi pubblici impossibili da riportare nel dettaglio: consigliere di amministratore, commissaria ad acta (pure del Comune di Catania), liquidatore, revisore dei conti. Una vita spesa tra la Regione e i suoi satelliti, fin dal 1981.
Ma per trovare poltrone eterne non bisogna necessariamente guardare all’interno dei grigi uffici o delle chiassose aule consiliari. Anche il mondo della cultura e dell’arte ha i suoi intramontabili. La carriera di Gianni Puglisi, ad esempio, è fulminante e densissima di incarichi ed esperienze. Preside di Magistero a soli 34 anni, non sono mancate le sortite nella politica e nella pubblica amministrazione: sarà infatti anche per due anni (fino al 2005) assessore della giunta del sindaco di Palermo Diego Cammarata e consulente ai Beni culturali del presidente della Regione Raffaele Lombardo. Nel nel 2004 Puglisi è nominato presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, confermato nel 2007 dal ministro Massimo D’Alema con il secondo Governo Prodi e nel 2011 dal ministro Giulio Terzi di Sant’Agata con il Governo Monti. Dal 2005, poi, è presidente della Fondazione Sicilia (una volta Fondazione Banco di Sicilia) e oggi è presidente del Teatro Biondo di Palermo oltre a essere rettore dell’Università Kore di Enna dopo essere stato per oltre dieci anni rettore dello Iulm di Milano. E insieme a questi, tanti altri incarichi di prestigio. Un po’ più monotona, ma altrettanto duratura l’esperienza di Antonella Purpura: dal lontano 1983 è lei a guidare la Gam. Dopo 33 anni, la Galleria d’arte moderna palermitana si tiene stretto il vecchio, intramontabile direttore.
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03 Settembre 2016, 06:00