Ponte Corleone e Oreto, niente soldi e litigano anche gli uffici - Live Sicilia

Ponte Corleone e Oreto, niente soldi e litigano anche gli uffici

Senza il bilancio gli interventi al palo, botta e risposta fra i dirigenti

PALERMO – Note, lettere ufficiali, ordini di servizio, repliche piccate. Il ponte Corleone e il ponte Oreto mandano in tilt gli uffici del comune di Palermo con una ridda di missive che fanno il giro di assessori, dirigenti, società partecipate e uffici tecnici ma che certificano le difficoltà di Palazzo delle Aquile nel venire a capo di quella che è ormai diventata una soap-opera in piena regola, con colpi di scena inaspettati e che sarebbero anche avvincenti, se non fossero in sé tragici.

La situazione è fin troppo conosciuta dagli automobilisti palermitani, costretti quotidianamente a fare i conti con code chilometriche scaldate da un sole cocente. Sul ponte Corleone gli operai stanno eseguendo alcuni interventi tampone grazie a 100 mila euro raschiati dal fondo del barile, ma esaurite queste somme ne servirebbero molte altre per mettere in sicurezza la struttura: la relazione dei vigili del fuoco ha messo nei guai Palazzo delle Aquile che spera che i nuovi saggi, affidati a uno studio tecnico privato, possano descrivere una situazione meno drammatica di quella raffigurata dai pompieri. Va decisamente peggio sul ponte Oreto: nonostante l’allarme lanciato dai tecnici comunali sul rischio di “cedimenti, anche localizzati, delle strutture”, finora piazza Pretoria si è limitata a mettere qualche cartello, a deviare gli autobus e a disegnare una linea bianca sull’asfalto ma senza chiudere i marciapiedi, né montare alcuna struttura a protezione dei pedoni col risultato che i passanti (giustamente confusi) si ritrovano a camminare in mezzo alle automobili a proprio rischio e pericolo.

Il 22 giugno si è così tenuta una riunione fra uffici e il direttore generale Antonio Le Donne, in una nota inviata il giorno dopo, ha chiesto di reperire le somme per acquistare 350 new-jersey di plastica da posizionare sui due ponti, così da delimitare la circolazione. E il 25 giugno la Ragioneria generale, guidata da Bohuslav Basile, risponde nero su bianco: il Comune non ha bilancio, è con le spalle al muro e l’unico modo per utilizzare le somme per mitigare il rischio per la pubblica incolumità è una variazione dei programmi di spesa supportata da una relazione tecnica. Il problema, infatti, è che Palazzo delle Aquile è alla canna del gas: niente bilancio, dissesto ormai scontato, squilibrio strutturale, poche tasse incassate, 800 milioni che in dieci anni non sono mai arrivati, un’anticipazione di tesoreria alle stelle. Una situazione tragica che ha portato ad azzerare perfino il fondo di riserva, cioè quel tesoretto che solitamente si tiene da parte per fronteggiare le emergenze.

Il primo luglio Le Donne (che è anche segretario generale) però scrive di nuovo e anche questa volta indirizza una nota a mezzo Comune (sindaco, assessori, capo di gabinetto, presidenti di partecipate, Coime, vigili urbani, dirigenti e funzionari) con cui “sollecita con la massima urgenza” le iniziative concordate in una riunione del 22 giugno proprio sul ponte Corleone e sul ponte Oreto. “Lo stato di attuazione di tutte le attività e degli adempimenti ivi richiesti – scrive il direttore generale – è ben lungi dall’essere stato avviato e posto in essere”. Insomma, l’amministrazione in questi mesi non ha fatto niente e uno dei problemi, anzi il principale, sta nella “impossibilità di reperire le risorse finanziarie occorrenti”. Da qui l’emanazione di un ordine di servizio “affinché la tematica relativa alla carenza di risorse finanziarie venga risolta mediante l’adozione dei pertinenti provvedimenti di variazione di bilancio”. Il direttore, che è anche segretario generale, dà anche una scadenza (il 7 luglio) e fra le righe non manca di ricordare “le implicazioni derivanti dalla mancata attuazione degli adempimento richiesti sul piano della tutela della incolumità dei cittadini e della sicurezza del transito veicolare”.

La lettera, appena arrivata in via Roma, ha fatto letteralmente balzare sulla sedia il ragioniere geneale Bohuslav Basile che, prese carta e penna, ha risposto di tutto punto in appena 24 ore. “Perviene, per ragioni ignote e comunque non condivise, anche allo scrivente quale primo destinatario la nota di del Signor Segretario/Direttore Generale”, scrive Basile che ricorda che è impossibile trovare in bilancio “risorse finanziarie per qualsivoglia nuova o imprevista tipologia di spesa, foss’anche necessaria a fronteggiare un evento di straordinaria urgenza”, visto che il fondo di riserva è a zero e che i conti sono in strutturale squilibrio. E, aggiunge il Ragioniere, le poche risorse disponibili sono limitate a “spese indifferibilmente necessarie a scongiurare che l’ente patisca un danno patrimoniale grave e certo, ovvero destinate all’attuazione di misure finalizzate a mitigare situazioni di potenziale pericolo della pubblica incolumità”. E vista la “gravissima e ben nota a tutti condizione di dissesto” e la “inesistenza di risorse finanziarie libere”, continua Basile, “a nulla rileva disporre l’adozione dei pertinenti provvedimenti di variazione di bilancio” se non c’è una richiesta di variazione tecnicamente motivata, con buona pace degli ordini di servizio e delle possibili responsabilità.

“Il ponte Corleone è l’emblema del fallimento di questa amministrazione attiva – attacca Ugo Forello di Oso – Una situazione di mancati interventi di manutenzione, inefficenze gestionali e insicurezza per tutti i cittadini che si trasciana ormai da decenni e che ha portato alla paradossale missiva del segretario generale e alla risposta della ragioneria generale che ribadisce, ancora una volta, la condizioni di dissesto del nostro Comune”.


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