"Pontile di Romagnolo| Monumento allo spreco pubblico" - Live Sicilia

“Pontile di Romagnolo| Monumento allo spreco pubblico”

Il consigliere del Mov139 Gaspare Lo Nigro scrive ai vertici di Comune e Regione, chiedendo interventi immediati.

PALERMO – “Dopo le segnalazioni effettuate a luglio, sulla pericolosità della struttura in legno, sottoposta ad atti di vandalismo, e a seguito anche a una manifestazione pubblica organizzata da un gruppo di giovani cittadini della zona, la Passerella di Romagnolo è diventata monumento del continuo spreco di soldi pubblici di Palermo”. Lo dice, in una nota inviata ai vertici del Comune e della Regione, il consigliere comunale del Mov139 Gaspare Lo Nigro. “Tutto nasce dalle segnalazioni effettuate dal sottoscritto al Comando dei Vigili del Fuoco, al Comando dei Vigili Urbani del Comune di Palermo, e. al Sindaco, che ha dato seguito a diverse note agli organi competenti. A seguito di un sopralluogo dei Vigili Urbani e dell’Ufficio Protezione Civile e Sicurezza, lo stesso Ufficio di Protezione Civile ha emesso un’ordinanza Sindacale il 25 giugno scorso, emanata nei confronti del proprietario e del concessionario dell’area demaniale in cui ricade la struttura. Ordinanza finalizzata all’esecuzione di interventi indifferibili ed urgenti per la messa in sicurezza e l’eliminazione delle condizioni di pericolo del pontile, assegnando 15 giorni per l’avvio di predetti lavori.

A oggi nulla è cambiato. Nessuna relazione tecnica è stata redatta dal proprietario e dal concessionario dell’area, tutto come prima. Trascorsi tre mesi, del pontile di Romagnolo restano strutture lignee ammalorate che possono essere interessate da eventuali crolli, a discapito dell’incolumità pubblica.

Tutto ciò offende non solo i palermitani, ma tutta la società civile. Sprechi che pesano sopratutto su coloro che sono costretti a vivere nell’assoluta povertà, sulle famiglie che, per l’esiguità delle entrate, non arrivano a soddisfare le esigenze familiari a fine mese, su coloro i quali, non ancora in età pensionabile, avendo perduto il lavoro, sono costretti all’inidigenza. Ma soprattutto è uno schiaffo per i giovani, delusi da una società che non offre loro nulla, traditi dalle politiche sociali dello Stato, della Regione e dell’amministrazione locale che non danno loro alcuna prospettiva futura.

Ma la domanda è: cosa fare di questa struttura? Darla in concessione a terzi, come per le aree limitrofe, o trasformare quello che è il monumento al fallimento del recupero della Costa Sud in uno strumento di rilancio e di aggregazione per la Seconda Circoscrizione, e per tutta la città, facendo partire da questo punto un nuovo progetto collettivo di riqualificazione costiera?

Il degrado del pontile è la dimostrazione pratica dell’indifferenza e dell’inefficienza della Pubblica Amministrazione di utilizzare le opere pubbliche mettendole al servizio dei cittadini. A questa inefficienza si sommano gli atti di vandalismo perpetrati da coloro i quali, permeati da subcultura predatoria e da scarsa scolarizzazione, non hanno alcun rispetto del bene comune, come di loro stessi.

Negli anziani, come nei giovani, così viene tradita, dalle varie Amministrazioni, l’aspettativa di potere vivere in un quartiere più vivibile, più a misura d’uomo, in grado di generare quel riscatto “umano” e sociale, tanto caro al Beato Padre Pino Pugliesi e unico antidoto alla subcultura mafiosa che pervade le periferie palermitane, troppo a lungo abbandonate al dominio dell’antistato.

Pertanto chiedo che venga istituito un tavolo tecnico fra le autorità interessate affinché, per le loro rispettive competenze, vengano fatte con immediatezza le necessarie verifiche tecniche atte ad accertare le condizioni di sicurezza della struttura ammalorata, nonché a realizzare tutte le opere, urgenti ed indifferibili, atte ad eliminare le condizioni di potenziale pericolo; dare vita ad un pubblico dibattito, che veda coinvolti tutti i possibili attori, sul tema della gestione diretta, da parte dell’Amministrazione Comunale di Palermo, di tutta la Costa, al fine di favorire gli interventi di recupero attraverso un progetto unico, che tenga, anche, conto di un utilizzo a fini sociali, ambientali, energetici ed a fini occupazionali, specie dopo l’approvazione del Pdum e del Paes da parte del Consiglio Comunale, considerando, inoltre, che occorra restituire alla cittadinanza, per la libera fruizione, il 50% della costa balneabile”.

 

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