PALERMO – Nuova batosta sui precari dei Comuni e delle ex Province in dissesto. Il Consiglio dei Ministri, riunito ieri a Reggio Calabria, ha impugnato la norma della Finanziaria regionale del 2019 (articolo 23) che consentiva il transito di questi lavoratori in Resais, con contratto a tempo indeterminato.
Per la legge regionale, infatti, tutti i precari degli enti in dissesto avrebbero potuto fare richiesta per passare alla società partecipata “contenitore” ed essere assunti entro 180 giorni. Ma il governo romano ha detto “no”:
“Varie norme in materia di personale – si legge nella nota di Palazzo Chigi – invadono la materia dell’ordinamento civile e contrastano con i principi di coordinamento della finanza pubblica, nonché con il principio del pubblico concorso e del buon andamento della pubblica amministrazione”. Con parole più semplici: senza concorso, alla Regione non si entra.
Una decisione ancora più amara per i lavoratori a tempo determinato degli enti locali in difficoltà economiche, che adesso tornano in quel limbo in cui non si sa quale sarà la loro sorte, visto che proprio in questi ultimi giorni si stanno formalizzando le assunzioni degli ex Pip proprio in Resais, grazie ad una norma dalla Finanziaria 2018.
Impugnate da Palazzo Chigi anche altre norme (leggi qui). Ieri sera, intanto, l’assessore regionale della Funzione pubblica e degli Enti locali Bernardette Grasso, da un lato, e il leader siciliano dei grillini, Giancarlo Cancelleri, dall’altro, avevano commentato con entusiasmo il disco verde concesso a un’altra norma della Finanziaria 2019, l’articolo 22, quello che dà il via libera, senza più dubbi interpretativi, all’assunzione di migliaia di precari degli enti locali. Degli enti locali “sani”. Per gli altri, bisognerà trovare un’altra soluzione, perché il paracadute Resais stavolta non si è gonfiato.