PALERMO – Alla Regione non ci sono più le coperture per fare le leggi di spesa ma le norme che non dovrebbero apportare nuove uscite si possono approvare. E così nella riscrittura del Collegato dei Collegati, che potrebbe arrivare in Aula domani, saltano alcune norme e ne rimangono altre: principalmente quelle legate ai lavoratori di ogni settore oltre all’articolo sulla strada degli scrittori, quello sul comitato regionale per la programmazione sportiva, l’osservatorio del florovivaismo e del paesaggio rurale. C’è però anche una norma sulla Resais, una sulla promozione dei prodotti “made in Sicily” e per lo sviluppo di una piattaforma informatica di Blockchain per tracciare i prodotti agroalimentari.
La lettera che il presidente della Regione Nello Musumeci ha inviato al presidente dell’Ars appena due giorni fa ha aperto l’inizio di quella che sembra essere una crisi finanziaria per la Regione. In realtà, ha spiegato il governatore, quella di Palazzo d’Orleans è stato soltanto una precauzione, un invito a non creare nuova spesa senza avere prima saputo a quanto ammonterà, il disavanzo, un buco nel bilancio, che dovrà essere ricoperto con l’Assestamento.
Dopo un’iniziale indecisione su cosa fare di quello che rimaneva del “Collegato dei collegati”, all’Ars si è deciso, di andare avanti. Le norme e gli emendamenti che prevedevano spesa sono stati stralciati lasciando un testo che apparentemente sembrerebbe avere valore giuridico anche se in qualche caso può immaginarsi che ci possano essere delle conseguenze economiche.
Le norme sui lavoratori
Le norme sui lavoratori come detto sono quelle che popolano maggiormente la riscrittura operata dalla quinta commissione. Si va dagli Asu, ai lavoratori socialmente utili, ai lavoratori ex Pumex, ai contributi previdenziali dei lavoratori delle società e dei consorzi d’ambito del settore dei rifiuti.
Su Asu e lavoratori socialmente utili rimane nel testo una riscrittura dell’articolo 22 del Collegato della quinta commissione. Gli enti che usano questi lavoratori potranno stabilizzarli entro il 31 dicembre 2020. Inoltre entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge gli enti che usano gli asu dovranno avviare o i programmi di stabilizzazione o i programmi d i mobilità. La missione che la legge fissa è insomma un progressivo assorbimento di questi lavoratori negli enti in cui prestano servizio o in altri .
Poi ancora, una norma, prevede che la Regione paghi i contributi previdenziali ai lavoratori delle società e dei consorzi d’ambito del settore dei rifiuti. Questo costo però non sarà sofferto dalle casse isolane. Infatti, con una decurtazione dei trasferimenti, ricadrà sui comuni soci degli enti per i rifiuti in liquidazione. La legge, inoltre, prevede una norma per i dipendenti del soppresso istituto superiore di giornalismo che vista la sua soppressione dovranno passare nell’albo dei dipendenti delle società in liquidazione.
Enti, osservatori e comitati
Per i lavoratori ex Pumex la norma prevede il passaggio in un’area speciale del personale della Resais. E a proposito della società che negli anni ha raccolto il personale fuoriuscito da molti enti della Regione, c’è anche una norma che si preoccupa di ribadire i caratteri speciali della Resais per evitare, almeno al momento, che la partecipata di Espi pronta per diventare di diretta proprietà della Regione, debba essere accorpata con la Sas.
Si parla di enti, anche se si parla pure di lavoratori, quando si discute della rimodulazione della pianta organica dell’Istituto per lì’incremento ippico della Sicilia. Un emendamento prevede che il personale sia riorganizzato con la possibilità di trasferire nell’Istituto 12 operatori di categoria A. Dovrebbero diminuire invece gli istruttori di categoria C. Nell’attuale dotazione organica sono 30 mentre nella prossima saranno 3. Il risultato è così che grazie a una convenzione con il dipartimento alla Funzione pubblica, qualche istruttore dovrebbe trasferirsi negli uffici regionali mentre qualche operario dovrebbe andare a lavorare nell’ente.
È rimasta nel testo della legge scritta e riscritta, inoltre, la norma sulla “strada degli scrittori”, e cioè quell’articolo del Collegato della commissione Cultura che prevedeva la nascita di distretti culturali fra soggetti pubblici e privati dei Comuni che sono stati oggetto dell’opera o luoghi di origine di famosi scrittori siciliani. Al momento come detto, non sono previste spese: è previsto che nasca un comitato promotore che si occupi di coordinare tutti i rappresentanti degli enti che parteciperanno alla rete. Ci sono anche norme per la creazione di un osservatorio del Florovivaismo e del paesaggio rurale del Mediterraneo e quella sul comitato regionale per la programmazione sportiva.
Non finisce qui. Nel nuovo maxi emendamento ci sono norme sui medici del 118, sulla promozione dei prodotti made in Sicily, sulla tracciabilità dei prodotti agroalimentari attraverso il Blockchain,sullo sportello per la disabilità, l’utilizzo delle sabbie contro l’erosione costiera e il riutilizzo dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue. Insomma, era il collegato della commissione Cultura ma è diventata una legge “omnibus”: ci sono norme d’ogni tipo.
Le polemiche per le norme saltate
Nel frattempo la cancellazione di qualche norma dalla riscrittura della riscrittura del ddl crea qualche protesta. È il caso del deputato di Diventerà Bellissima Pino Galluzzo che commenta la bocciatura in quinta Commissione di una norma che “avrebbe consentito il potenziamento del Consorzio Autostrade Siciliane”. “Questo – ha aggiunto il deputato – rappresenta un grave danno per il risanamento dell’Ente. La norma, se approvata, infatti, avrebbe determinato un’autonomia amministrativa con evidenti ripercussioni positive sia sulla gestione finanziaria che sulla concreta possibilità di riequilibrare la grave carenza di personale tecnico, amministrativo e del comparto esazione. Purtroppo ora non si può sperare in una ripresa a pieno ritmo del Consorzio senza gli strumenti che tale norma avrebbe consentito. È da considerarsi irresponsabile, quindi, il decisivo voto contrario a questa norma da parte degli esponenti del M5S e del Pd in quinta Commissione”. “La trasformazione del Cas in ente pubblico economico. – ha aggiunto Elvira Amata (Fdi), unendosi alla critiche – avrebbe consentito, da un lato, di allineare formalmente l’attività dell’ente a quanto già rassegnato con numerosi provvedimenti dall’Agenzia delle Entrate che, di fatto, qualifica l’attività del Consorzio quale attività d’impresa commerciale (con relativo trattamento tributario che ha innescato un voluminoso contenzioso), dall’altro di superare l’impasse legata allo status dei dipendenti”. A quest’ultima ha risposto il M5s con Antonio De Luca e Valentina Zafarana. “Amata – hanno detto – è rimasta in assoluto silenzio di fronte alla bocciatura dell’emendamento in commissione, sede opportuna dove avrebbe potuto esprimere le sue argomentazioni, mentre adesso si imbarca in una difesa postuma e a mezzo stampa”.