di Cristina Latessa – Ansa
ROMA – Si è aperta male la stagione del tartufo: se ne trova poco e i prezzi sono molto alti, 3500 euro al chilo alla Borsa del Tartufo bianco d’Alba, con punte di 4500 euro per le pezzature più pregiate, ovvero i massimi degli anni più ‘neri’. Per il re della tavola “si profila una delle peggiori stagioni degli ultimi anni, a causa dell’estate siccitosa che non ne ha favorito la crescita e dell’insolito caldo che ancora caratterizza il mese di ottobre”, osserva Antonella Brancadoro, direttore dell’Associazione nazionale Città del Tartufo che conta 50 iscritti e ha chiesto all’Unesco il riconoscimento della Cultura del Tartufo come patrimonio immateriale dell’Umanità. “Però quelli che abbiamo sono asciutti, sani e profumati. Nei nostri territori l’autunno un pò si sente, la mattina presto e la sera è fresco e umido, e questo è già una consolazione in attesa delle piogge”, osserva Liliana Allena, presidente della Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
Intanto la Fiera d’Alba archivia il primo weekend della manifestazione con il solito bilancio record: più di diecimila ingressi – osserva Allena – e un interesse crescente verso tutto ciò che c’è dietro al tartufo, la voglia quindi di conoscere il territorio che c’è dietro il piatto e il buon bicchiere di vino” Se al Nord – dove qualche pioggia comunque si è vista tra fine settembre e i primi di ottobre – il tartufo si fa desiderare, “al Centro-Italia e al Sud la situazione è certamente più preoccupante” – osserva Brancadoro che sta girando l’Italia nei vari territori del tartufo per aggiornare il dossier di una candidatura che riguardando un bene immateriale, come la storia e la cultura legata al tartufo, deve essere sempre ‘rinfrescato’ per dimostrare la sua vitalità presso i validatori dell’Unesco. “Sono andata in un ristorante della Val d’Orcia – racconta Brancadoro – dove c’era scritto ‘piatti con tartufo di stagione’ ma i titolari hanno ammesso che stanno usando ancora quello nero estivo che hanno conservato”.
Con una stagione così avara, la corsa dei prezzi del tartufo potrebbe non essere finita ma Brancadoro e Allena invitano ad attendere l’evoluzione meteo dei prossimi giorni: “a novembre la pioggia dovrebbe arrivare – osservano entrambe – migliorando la situazione produttiva e aiutando i prezzi a rimanere stabili”. Solitamente il boom prezzi si registra intorno a Natale, “ma le speculazioni si registrano soprattutto nelle grandi città – conclude Brancadoro, a Roma e Milano la scorsa Epifania ho visto quotazioni per il tartufo bianco intorno ai 6000 euro al chilo!”.