PALERMO- La direzione del Pd ha approvato il regolamento delle primarie per la scelta dei candidati alle Politiche. Le consultazioni al gazebo si terranno il 30 dicembre. Tra le novità approvate oggi, l’abbassamento del numero di firme necessarie per presentare la candidature: basterà il 3, e non il 5, per cento degli iscritti in ogni provincia. Tra stasera e domani scadono i termini nelle nove province per presentare le candidature. E tra domattina e domenica si terranno le direzioni provinciali che daranno il via ufficiale alla partita. La direzione di oggi ha concesso due deroghe ad amministratori locali, che sarebbero tagliati fuori dal regolamento. Parteciperanno alla competizione il sindaco di Modica Antonello Buscema e Franco Ribaudo, sindaco di Marineo
Queste le ripartizioni dei candidati per provincia: 6 Agrigento, 3 Caltanissetta, 12 catania, 3 Enna, 9 Messina, 16 Palermo, 5 Ragusa, 6 Siracusa, 6 Trapani.
Ma in lista ci saranno anche otto candidati che fanno capo alla quota riservata alla scelta diretta della direzione nazionale. A cui si aggiungono i tre capilista, anche questi designati da Roma. Il rischio è, a questo punto, che le primarie eleggano candidati che si troveranno nelle liste bloccate in posti non competitivi. E proprio per questo la direzione ha approvato un ordine del giorno per impegnare la direzione nazionale a non piazzare i “suoi” otto in posti altissimi, ma di spalmarli in postazioni “competitive”. Per dirla in parole semplici, il secondo o il terzo in lista vengono elettii per certo, il sesto o il settimo devono giocarsela: il pd siciliano chiede che Roma non imponga i “nominati” nei posti migliori per non vanificare le primarie.
In corsa ci sono anche due big come Sergio D’Antoni e Beppe Lumia, che però, potrebbero essere scelti come capilista da Bersani e a quel punto uscire dalla competizione. Si candidano alle primarie anche tutti gli uscenti, tranne Costantino Garraffa. Non c’è Anna Finocchiaro, che correrà in Puglia. Tra le aspiranti new entry, gli ex deputati regionali Pino Apprendi, Bernardo Mattarella, Davide Faraone. Tra le donne (è possibile la doppia preferenza di genere) c’è anche Teresa Piccione, consigliere comunale di Palermo vicina al segretario Giuseppe Lupo.
Quando queste le cose le faceva Enzo Bianco andavano bene ad… Enzo Bianco, ora no. Si ricordi di come si è comportato in passato rispetto al Partito, per esempio quando la locale sezione (in un comune pedemontano) si batteva dall’opposizione all’amministrazione locale tutta di “Art. 4”, poi Diventerà bellissima ed oggi FdI, ed egli si precipitò a smentire l’operato del circolo imbarcando il sindaco nei misteriosi Liberal PD per poi restare con un pugno di mosche in mano ma avendo dato un colpo durissimo alla credibilità del “suo” Partito. Ecco, tuttoi questo per dire che ci vuole coraggio adesso per lamentare scarsa collegialità, personalismi e via dicendo.