PALERMO – Il Comune di Palermo stipulerà soltanto nelle prossime ore il contratto di affitto del ramo d’azienda costituito dai 2390 lavoratori e dai beni mobili di Amia e Amia Essemme, fallite ad aprile. Una volta siglato il contratto, il ramo d’azienda verrà trasferito nella Rap (Risorse Ambiente Palermo), la nuova partecipata comunale che d’ora in poi gestirà la raccolta e il ciclo integrato dei rifiuti a Palermo. La firma sul contratto arriverà dunque al fotofinish, se si considera che alla mezzanotte di oggi scade l’esercizio provvisorio della curatela fallimentare.
Per battezzare il nuovo corso, che si spera “in netta discontinuità col passato”, oggi pomeriggio il sindaco Leoluca Orlando ha convocato una conferenza stampa ad hoc a Palazzo Galletti, cui hanno preso parte anche il vicesindaco con delega alle Partecipate, Cesare Lapiana, l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato, e il consiglio d’amministrazione al gran completo della Rap, che si è insediato proprio oggi. Come primo atto sono stati affidati pieni poteri al presidente Sergio Marino, mentre la dipendente comunale Maria Concetta Orlando è stata designata come vicepresidente vicario.
Il contratto di affitto durerà sei mesi, prorogabili per altri sei, con diritto di prelazione sull’acquisto definitivo del ramo d’azienda e, in più, dei beni immobili. Proprio sulle modalità della prelazione il Comune e il Tribunale cercheranno l’intesa in queste ultime frenetiche ore: piazza Pretoria vorrebbe porre termine al periodo di affitto prima possibile, anche prima dei sei mesi previsti, ma è possibile che il Tribunale preferisca optare nuovamente per un bando di gara alla scadenza dei termini: spetterà al giudice delegato individuare la formula giusta per mettere il Comune nelle condizioni di poter scorporare dal prezzo finale per l’acquisto l’affitto nel frattempo versato, che ammonta a 99 mila euro mensili.
Durante la conferenza stampa Orlando ha ribadito le ragioni che hanno convinto l’amministrazione a non partecipare al bando per l’acquisto indetto dalla curatela preferendo optare per la proposta di affitto: “Un servizio come questo deve avere una gestione pubblica e non privata. Non c’era mercato alle condizioni stabilite dal bando – è stato il suo commento tranchant –. Se qualcuno avesse presentato un’offerta gli avrei dato la cittadinanza onoraria”.
È ancora da chiudere, però, la partita con i sindacati e i lavoratori. Palazzo delle Aquile convocherà per giovedì o venerdì le parti sociali per discutere dei nodi ancora sul tappeto. Non sono in dubbio i livelli occupazionali (su questo il sindaco e il neopresidente Marino hanno ribadito a gran voce e per l’ennesima volta che “saranno salvaguardati tutti i lavoratori”) né il rispetto del contratto collettivo nazionale. Tuttavia restano aperte le questioni che un travaso di lavoratori di tale portata comporta inevitabilmente: l’organizzazione del servizio e la definizione del nuovo contratto aziendale. Su questa materia Orlando e Lapiana hanno preferito mantenere una linea prudenziale rinviando eventuali proposte e soluzioni al tavolo trattante con le parti sociali. In ballo, non va dimenticato, ci sono anche le quattordicesime dei dipendenti.
Per i due massimi esponenti dell’esecutivo, infatti, è “prematuro parlare adesso se prima non ci confrontiamo con le organizzazioni sindacali”. Il vicesindaco ha specificato come “l’organizzazione del servizio e la definizione del contratto aziendale siano fondamentali anche a causa delle sovrapposizioni che spesso si verificano tra un’azienda e l’altra. Basti pensare che a volte non si sa chi deve tagliare l’erba o pulire un marciapiede. Per questo come prima cosa quando ci siamo insediati abbiamo creato una cabina di regia fra le partecipate”. Senza contare che sempre oggi Orlando è stato sentito in audizione dalla commissione Bilancio e poi ha incontrato il capo area dei fondi strutturali, Paolo Bohuslav Basile, con l’obiettivo di “individuare le strategie per attenersi alle prescrizioni della Corte dei Conti sulle partecipate, in particolare Amia e Gesip – ha spiegato il primo cittadino –, ed elaborare forme di fiscalità locale di favore per chi fa la differenziata, ad esempio per gli esercizi commerciali”.
Anche se i dettagli saranno definiti nelle prossime settimane, al momento due strade sembrerebbero farsi largo per consentire al Comune di trovare la quadratura e rientrare dai costi per il personale Rap: o tentare di rivedere, di concerto con i sindacati, altri benefit che non rientrano nel contratto, puntando a eliminare, laddove dovessero esserci, eventuali sprechi e inefficienze e a riorganizzare il servizio in maniera produttiva; oppure incrementare il contratto di servizio rivalendosi in un secondo momento sulla Tares, che subirebbe in questo caso un aumento. Ma va sottolineato che ci si muove nel campo delle ipotesi, comunque tutte da verificare.
Proprio sui costi del personale delle partecipate, tra le criticità più aspre sollevate dalla Corte dei Conti, Orlando ha dedicato l’ultima parte dell’incontro con i giornalisti. Le ipotesi sul piatto sono due: o la mobilità interaziendale, in modo da far rientrare le eccedenze in alcuni settori rimpinguando al contempo quelli più carenti; oppure lo scorporo dal computo della spesa corrente dei 55 milioni euro per gli lsu e dei 40 milioni per il Coime, che provengono integralmente dal governo nazionale come una sorta di finanza di scopo. Per legge, infatti, il costo del personale non deve superare il limite del 50% della spesa corrente, ma attualmente al Comune di Palermo si attesta sul 63%. “Abbiamo già avanzato le due richieste al ministro D’Alia (della Funzione Pubblica, ndr) – ha detto Orlando –. Se si agisse tramite deroga potremmo intervenire già da domani, mentre nel secondo caso dovremmo essere capaci di far scendere il limite percentuale nel bilancio consuntivo 2014 che riguarda l’anno 2013. Questo non porterebbe novità in materia di assunzioni ma consentirebbe quantomeno la mobilità interna. Se cambia questa interpretazione i costi rimangono invariati ma possiamo spostare i dipendenti: per il Comune pagare un dipendente per far parte della Rap o di un’altra azienda non cambia niente”.