PALERMO – “Gianni conquista la benevolenza degli elettori rendendosi disponibile a fare annullare in assenza di qualsiasi giustificazione attraverso falsificazione di verbali di violazione al loro comminati”.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa Salvatore Palmeri ricostruisce due episodi minori nel contesto dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il sindaco di Priolo Gargallo, Pippo Gianni. Minori ma, come scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, sintomatici di una “azione amministrativa distorta in nome del consenso”.
La donna e il fidanzato
Il 25 giugno 2021 una donna si presenta nella stanza del sindaco: “Gli ho fatto prendere la multa al mio fidanzato… me la sono portata io la macchina… gli ho fatto prendere una multa di 42 euro”. La Fiat Festa era stata sorpresa in divieto di sosta.
E mentre parla la donna mostra il verbale al primo cittadino, che lo prende in consegna: “Vattene va’… stai attenta però non ti prendere il vizio”. Pippo Gianni alza il telefono e chiede di poter parlare con il comandante della Polizia municipale o con uno dei suoi collaboratori.
La fidanzata e l’uomo
Un mese dopo la scena si ripete. Stavolta è stata multata una Smart. Nella stanza di Gianni, imbottita di telecamere e microspie, c’è un ragazzo che ha trovato la multa sul parabrezza della macchina della fidanzata. “Vai stai attento la prossima volta”, lo tranquillizza Gianni.
Poco dopo arriva il commissario della Polizia municipale Eraldo Farina a cui Gianni spiega che “hanno fatto una multa… per 2 minuti che è sceso… un attimino per dirgli una cosa a mare vediamo”.
I poliziotti hanno controllato i documenti al comando dei vigili urbani e hanno trovato la carpetta “Avvisi a mare annullati”. C’erano i due verbali e un segno a penna per cancellarli. “Errata compilazione”, c’era scritto.