PALERMO – Frugò nella posta dell’ex marito per cercare di dimostrare che potesse versarle gli alimenti dopo la separazione. Una violazione della privacy che è costata a una psicologa palermitana di 57 anni la condanna a duecento euro di multa e al pagamento delle spese processuali dell’ex coniuge.
La donna si era appropriata di una lettera inviata all’uomo da una banca e che conteneva il resoconto dei movimenti di un libretto a deposito. Poi, l’aveva prodotta in Tribunale per fare valere i suoi diritti. Ed invece era stata denunciata dal marito che di anni ne ha 65. La lettera era stata recapitata all’indirizzo dell’ex casa coniugale, dove vivevano i figli della coppia.
La condanna confermata dalla Corte d’appello presieduta da Fabio Marino, relatore Mario Conte, dà ragione all’uomo assistito dall’avvocato Marianna Montagliani. Frugare e appropriarsi della posta altrui – cartacea e on line – è un reato. Un principio che vale anche per messaggi e chat. Facebook compreso.