PALERMO – La crisi economica si fa sentire anche dalle parti del Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria. Così i vertici della struttura del ministero della Giustizia che gestisce i detenuti ha scritto al presidente della quarta sezione penale del Tribunale di Palermo, Mario Fontana, di fronte a cui si svolge il processo per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra ai danni degli ex ufficiali del Ros Mario Mori e Mauro Obinu. Il motivo? A causa di problemi di budget, e dell’elevato costo della trasferta, sarebbe auspicabile far deporre Rosario Pio Cattafi in teleconferenza.
Per sabato prossimo, all’aula bunker del carcere di Palermo, infatti, è stato citato Rosario Cattafi, l’avvocato di Barcellona Pozzo di Gotto, detenuto al 41 bis, che da qualche settimana sta facendo dichiarazioni alle procure di Messina e Palermo. Cattafi sostiene, infatti, di aver svolto nel 1993 un ruolo di collegamento all’interno delle carceri fra boss mafiosi e l’allora numero due del Dap, il defunto Franco Di Maggio. I suoi verbali sono stati depositati al processo a Mori e Obinu e l’accusa, rappresentata dal pm Nino Di Matteo, ha chiesto che Cattafi deponga e si presenti di persona. Anche la difesa degli imputati, sostenuta dall’avvocato Basilio Milio, ha concordato con la richiesta della procura.
I fatti evidenziati dal Dap, però, non pregiudicheranno l’udienza di sabato prossimo. Il giudice, infatti, non può decidere di cambiare la forma con cui Cattafi deporrà se prima non sente le parti che sono, comunque, intenzionate a ribadire la necessità che il teste si presenti di persona. Resta, dunque, in sospeso il dubbio se Cattafi sarà presente all’udienza o meno.