ROMA – Informò il ministro dell’Interno Angelino Alfano dell’incontro con l’ambasciatore kazako, ma non sapeva che Ablyazov fosse un dissidente e che al blitz nella villa di Casal Palocco seguì l’espulsione della moglie e della figlia, dunque di questo non poteva informare il vicepremier. Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell’Interno Angelino Alfano, ha ricostruito così la vicenda kazaka, intervistato da Repubblica, Messaggero e Fatto Quotidiano, sottolineando che le sue dimissioni sono “un gesto di buona volontà per il bene dell’Amministrazione”.
“Il 28 maggio – spiega a Repubblica -, nel tardo pomeriggio, inizio sera, dopo che era già stato in Questura, ho ricevuto nel mio ufficio al Viminale l’ambasciatore kazako, che mi ha rappresentato la situazione di questo pericoloso latitante che si sarebbe trovato in una villa a Casal Palocco. E ho quindi immediatamente interessato della questione il Dipartimento della Pubblica sicurezza nella persona del dottor Valeri“. L’incontro era stato sollecitato dallo stesso Alfano: “ero stato informato che l’ambasciatore doveva riferirmi una questione molto delicata”. Poi al ministro dell’Interno riferì “verbalmente” il giorno successivo, il 29 maggio. Procaccini sottolinea che non sapeva che Ablyazov fosse un dissidente: “mi risulta – dice a Repubblica – che anche nelle banche dati Interpol sul soggetto in questione non vi fossero informazioni diverse dai reati per i quali era ricercato”. Dopo il blitz, aggiunge, “non mi venne comunicato del fermo della signora e di sua figlia. A me venne solo comunicato dal Dipartimento, in modo sintetico, che la ricerca del latitante in questione aveva dato esito negativo. Che il soggetto non era stato trovato in quella casa”. Della signora Shalabayeva ha saputo quindi “dai giornali”. Al Fatto Quotidiano sottolinea che Alfano del rimpatrio non sapeva “nulla”. Le dimissioni, sottolinea al Messaggero, sono state “un gesto di serietà, un gesto assolutamente gratuito”.
Il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera riportano alcuni passaggi della lettera di dimissioni di Procaccini. “Ho continuamente ripercorso la vicenda e mi sono anche interrogato se qualcosa mi fosse sfuggita”, si legge, ma “tutto mi riporta alla obiettiva circostanza di non essere stato informato” sull’espulsione.
[Fonte Ansa]