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Procura: importanti risultati |sulla lotta all’immigrazione

Soddisfacente il bilancio redatto dalla procura della Repubblica di Catania in merito al primo semestre 2015. (Nella foto il Procuratore Michelangelo Patanè nel corso di una conferenza stampa)

Primo Semestre 2015
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CATANIA. Si chiude positivamente il primo semestre 2015 di attività condotte dalla procura etnea. Risultati soddisfacenti che naturalmente si intende migliorare. A renderlo noto è la stessa procura della Repubblica distrettuale di Catania, “L’ufficio – si legge – ha dato luogo a delle “buone prassi”, le cui eccellenze di rendimento erano già state riconosciute dall’ispezione ministeriale ordinaria”. Di recente il bilancio dei risultati portati a termine era già stato valutato “straordinario” dallo stesso procuratore nazionale generale, Franco Roberti. Si tratta della realizzazione di numerose operazioni di contrasto ai reati, alla criminalità organizzata, quali arresti, indagini, misure di sicurezza e diverse esecuzioni penali condotte in concomitanza dell’emergenza sbarchi. Si tratta inoltre dell’ultimo semestre di attività guidate da Giovanni Salvi, il quale ha lasciato Catania il giugno scorso dopo essere stato nominato Pg di Roma dal Consiglio Superiore della Magistratura. L’ufficio è retto (in questo momento di transizione, in attesa della nuova nomina) dal procuratore Michelangelo Patanè.

Ma i risultati conseguiti riguardano in primis un calo del numero procedimenti pendenti nei confronti di noti. I dati statistici trasmessi dagli uffici segnano una riduzione di oltre sei cento unità per questi. Un trend positivo che risale al gennaio 2012 che attualmente si riconferma, dunque. Sceso significativamente anche il numero di procedimenti nei confronti di ignoti, il quale segna un 20% di riduzione su circa millesettecento pendenze attuali. Inalterato, invece, rimane il numero dei fascicoli aperti stante fatti e notizie non costituenti reato, ovvero tutti quelli atti sospesi ancora nel limbo della non sicura definibilità, come ad esempio gli esposti, che necessitano di una fase di accertamento preliminare al fine di stabilirne l’eventuale titolo di reato. Attualmente pendenti rimangono circa duemila fascicoli.

La Procura di Catania inoltre ha adottato un nuovo piano organizzativo, che seppur fedele a quello precedente, conta di nuove innovazioni. La più importante riguarda l’accorpamento in un unico gruppo di lavoro per la realizzazione delle attività di contrasto ai reati sull’ambiente, sul territorio e incolumità della persona. Nelle mani invece dei gruppi di lavoro specializzati rimangono tutte le indagini su quei reati o presunti che richiedono l’adozione di più sofisticate e complesse metodologie investigative. Le innovazioni riguardano anche il piano tecnologico: la procura di Catania è stata la prima in Italia ad avere avviato la sperimentazione del portale di notizie di reato. Una piattaforma digitale attraverso il quale la polizia giudiziaria effettua le preliminari annotazioni nei registri informatici della procura, ottenendo così in tempo reale i dati sul numero del procedimento ed il nome del PM titolare delle indagini.

Particolarmente proficua si è poi rivelata la collaborazione che la procura ha stretto con guardia di Finanza e agenzia delle Entrate. L’accordo è stato sottoscritto a marzo 2015, ed è stato “Ispirato da un’esigenza – si legge – di migliorare l’efficacia e la tempestività delle azioni di contrasto all’evasione fiscale e ai reati tributari”. La collaborazione consiste in una fitta e costante comunicazione delle notizie di reato fra procura, fiamme gialle e fisco, specie per quanto riguarda le informazioni sugli sviluppi dei “procedimenti penali per reati tributari e per reati che implichino spesi e costi non deducibili”. Fondamentale in tal senso è il ricorso a tutti gli strumenti informatici e sistemi telematici. “In sintesi – continua – è stato previsto che le comunicazioni di reato originate dalla guardia di finanza vengano trasmesse complete di accertamenti patrimoniali e di informazioni da cui desumere l’eventuale interposizione fittizia dell’imprenditore”; Ma l’accordo di collaborazione per il potenziamento del contrasto all’evasione fiscale include anche le attività finalizzate al rientro di capitali detenuti all’estero.

Mai come negli ultimi tempi la procura etnea è stata impegnata in delicate attività di contrasto ai reati in materia di traffico di migranti. “Nel distretto di Catania – si legge ancora – nel 2011 giunsero 4.600 migranti, su un totale di 57.181 dell’intera Sicilia., nel 2012 i migranti furono 2.700 su un totale di 8.488; nel 2013 si era già raggiunta la ragguardevole cifra di oltre 20.000 sul totale 37.800; nel 2014 sono divenuti 100.000 sul totale di 170.000 cioè venti volte il dato del 2011. Nel primo semestre del 2015 il numero dei migranti approdati via mare nei porti del distretto catanese (Catania, Siracusa, Augusta e Pozzallo) è stato di 24.779. L’eccellenza dei risultati conseguiti nel settore del contrasto alle organizzazioni dedite al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e del ruolo pilota assunto dalla procura di Catania nell’elaborazione degli strumenti giuridici più adeguate attestato si dalla procura nazionale antimafia che ha dato atto di metodologie altamente innovative”. Nel semestre 2015 la procura di Catania ha avviato un procedimento penale grazie al quale sono stati individuati, tratti in arresto e rinviati ai giudizio i responsabili del terribile naufragio del 18 aprile 2015. Nella grave sciagura avvenuta sul canale di Sicilia persero la vita oltre 700 migranti. Rimane dunque preponderante l’impegno della procura nelle questioni relative all’esecuzioni penale. Il numero di magistrati, saliti da due a quattro, ha dato seguito ad importanti risultati nelle fasi d’istruttoria e predisposizione dei vari provvedimenti esecutivi.

Questo è in breve il bilancio del primo semestre di attività della Procura. Permangono tuttavia problemi quali la carenza di personale amministrativo e di “risorse rispetto alla vastità e complessità di fenomeni criminali che caratterizzano il territorio”. Per ultimo, la procura di Catania rimane in attesa di novità in merito alla costruzione di un nuovo palazzo di giustizia mediante il riuso di tanti immobili abbandonati. Una procedura quest’ultima non di facile realizzazione specie a causa delle difficoltà organizzative che sta comportando il passaggio dai Comuni al ministero di Giustizia.

La procura, infine, sottolinea l’importanza del contributo offerto dalla polizia giudiziaria per il conseguimento dei risultati cui fa riferimento: dalla polizia di Stato, ai Carabinieri, alle fiamme gialle guardia forestale e guardia costiera.

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