Procura, Giovanni Salvi:| "Situazione insostenibile" - Live Sicilia

Procura, Giovanni Salvi:| “Situazione insostenibile”

"Abbiamo cercato di sopperire ma non possiamo spremere questo limone oltre un certo limite". Questa la fotografia scattata dal procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi. Nonostante "una situazione insostenibile di risorse" i risultati raggiunti nel secondo semestre del 2012 sono stati positivi.

REPORT SECONDO SEMESTRE 2012
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CATANIA – Mai lamentele, solo azioni. Ora, però, è il tempo di fare aprire gli occhi alla città. Alla Procura della Repubblica di Catania il sistema della logistica e delle risorse è a livelli insostenibili. Il procuratore della Repubblica Giovanni Salvi spalanca le porte del Palazzo di Giustizia e, nel corso della conferenza stampa sull’attività del secondo semestre 2012, lancia quello che definisce cahier de doléance: “Siamo in una situazione difficile – tuona – l’organico del personale amministrativo della Procura etnea non è coperto per una percentuale rilevante”.

Agghiacciante l’età media dell’ufficio. “Oltre 54 anni – dichiara – oltre al fatto che il personale che va in pensione non viene sostituito”.”E’ un limone che non possiamo più spremere”. Nonostante, questo, i magistrati continuano il lavoro con passione e determinazione e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il deficit di risorse, in realtà, è stato valutato con consapevolezza anche dal ministero tanto che nella riforma delle piante organiche, in una politica dei tagli a Catania, in totale controtendenza, arriveranno due procuratori in più.

Salvi ha attuato una politica di razionalizzazione dei fondi e ottimizzazione dell’economicità. Lo spreco di denaro è palese soprattutto nell’organizzazione logistica: 11 locali oltre alle due sedi di Piazza Verga e Via Crispi. “Per questo motivo – ha sottolineato il procuratore – si pagano canoni di locazione molto elevati. Stiamo spingendo perché si acquisiscano locali pubblici esistenti in modo che non si possano avere spese aggiuntive per lo Stato verso privati e soluzioni più dignitose e funzionali”. Palazzo delle Poste, abbandonato, è un esempio fattivo. Dislocazione nei vari uffici significa lungaggini, commessi che vanno e vengono, problemi di trasmissioni degli atti. L’obiettivo è quello di rimettere tutto sotto un unico tetto.

In una situazione di grave emergenza, però, la procura di Catania è andata a 1000 chilometri orari registrando un trend positivo che supera forse anche le aspettative di Salvi. Il rapporto si è invertito tra nuove iscrizioni e procedimenti definiti. Meno nove percento per i procedimenti iscritti. All’inizio dell’anno erano 23.619, alla fine del 2012 21.514. Stessa diminuzione per i procedimenti contro ignoti e le pendenze delle cosiddette “non notizie di reato”. L’unico dato in controtendenza e dunque in aumento è sui reati di competenza del giudice di pace. “Su questo fronte – ha assicurato Salvi – abbiamo avviato un’attività ispettiva che ci permetterà di recuperare il gap entro il primo semestre del 2013”.

“Abbiamo portato trasparenza nel lavoro”. E’ il risultato di cui va più orgoglioso Giovanni Salvi. La procura ha subito un nuovo assetto, se vogliamo utilizzare un termine prettamente sportivo e automobilistico. E’ stato creata la sezione Affari Semplici che tratta il 40% delle notizie di reato che giungono all’ufficio giudiziario.

Nell’ottica dello snellimento attraverso il web l’accordo con l’Inps sta avendo risultati così sorprendenti che Catania potrebbe diventare progetto pilota a livello nazionale.

Sono stati creati nuovi gruppo di lavoro per categoria di reato. Per il settore Pubblica Amministrazione dal 1 marzo sono state trasferite dalla Direzione Distrettuale Antimafia i pm Santonocito e Scaminaci. Gruppo stalking e pedofilia, un gruppo prettamente per le estorsioni e uno dedicato ai reati ambientali e per la tutela del lavoro. In merito al racket quando un’indagine apre la pista mafiosa, il fascicolo resterà in mano allo stesso magistrato ma sarà coordinato dalla Dda.

Una importante parentesi è stata riservata al tema delle carceri. Il procuratore ha raccontato come appena insediato ha visitato i due istituti penitenziari di Catania. Se Bicocca presenta livelli di civiltà e decenza, Piazza Lanza versa in condizioni che chiamarle assolutamente “indecenti”, è quasi un eufemismo. Il ministro Severino ha constatato di persona l’habitat del carcere tanto che sono state avviati i primi provvedimenti. Il reparto Nicito, quello riservato all’isolamento dei detenuti, è stato chiuso e in attesa di essere riqualificato sarà utilizzato lo spazio dell’infermeria. Salvi ha anche annunciato l’apertura in pochi mesi di un nuovo padiglione. “Finalmente si risolverà – ha dichiarato – il problema del sovraffollamento”. Con qualche settimana d’anticipo, probabilmente ad Aprile, potrebbe già essere operativo il reparto detentivo nell’Ospedale Cannizzaro. “Un importante traguardo – sottolinea Salvi – anche per i pazienti che non dovranno venire a contatto con malati detenuti”. Il procuratore sul tema della detenzione ha evidenziato un importante principio “In carcere ci deve entrare solo chi nel carcere ci deve restare“. Su questo punto è stato dato avvio a una accelerazione dei riti direttissimi che hanno permesso di contrastare il fenomeno delle “porti girevoli” nelle carceri catanesi.

Annunciata l’istituzione di uno sportello unico alla procura per avvocati, polizia giudiziaria e cittadini. Si pensa di aprirlo entro il 2013. E poi il taglio ai costi delle intercettazioni ambientali e telefoniche che costano oltre 2 milioni di euro all’anno. La procura deve ancora pagare conti in sospeso da quasi un decennio. E’ stata già completata la rinegoziazione delle convenzioni per le ambientali, con un risparmio del 30% e con un miglioramento tecnico, mentre entro l’anno si porterà a compimento la contrattualizzazione per le telefoniche. A bersagli invariati la stima del risparmo è di circa un milione di euro all’anno, il 50% sul totale.

Giovanni Salvi ha voluto dedicare anche un messaggio ai giornalisti: “Io credo molto nel vostro lavoro e sono pienamente disponile e aperto a una fattiva collaborazione. I mezzi di informazione devono essere una porta aperta su quello che operiamo. Oggi però è anche tempo che la gente sappia con quali difficoltà operiamo e siano coscienti che stiamo operando con risorse ridotte all’osso”.

 


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