PALERMO – Una vera e propria rivoluzione della mobilità, un nuovo modo di spostarsi in città destinato a incidere nella vita di migliaia di palermitani. Dopo l’avvio del tram, che ha collegato le periferie al centro, il capoluogo siciliano si prepara all’inaugurazione di due stazioni del passante ferroviario: Lolli in via Dante e Guadagna nell’omonima piazza.
I lavori sono ormai finiti e mancano solo piccoli dettagli, anche se per il taglio del nastro si attende il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: l’uomo forte del governo Renzi è già stato a Palermo il 30 dicembre per l’inaugurazione del tram e ha annunciato di voler tornare in Sicilia proprio per il passante. L’opera in realtà è molto più complessa e al Tribunale è addirittura bloccata per il problema delle infiltrazioni d’acqua, ma l’apertura delle due stazioni è il primo segno concreto di un’infrastruttura che i palermitani cominceranno ad apprezzare pezzo dopo pezzo.
Ma perché Lolli e Guadagna saranno così cruciali? La prima, su due piani, si trova a poco più di 500 metri dal centralissimo teatro Politeama e rappresenterà la vera alternativa al mezzo privato per raggiungere il salotto di Palermo. Il tram non arriva in centro e gli autobus soffrono di cronici ritardi dovuti al traffico: Lolli sarà invece a pochi passi dal centro e collegata sia con la stazione centrale che con Notarbartolo e, in prospettiva, a lavori ultimati, con Punta Raisi e i paesi vicini. Chi lavora in centro potrà raggiungere il proprio ufficio comodamente seduto in treno, senza dover cercare parcheggio e senza dover pagare quindi la sosta nelle zone delimitate dalle strisce blu e i parcheggiatori abusivi. Sono previsti impianti all’avanguardia, scale mobili e servizi di prim’ordine.
Guadagna sarà invece cruciale per chi abita in quella parte di periferia sud non servita dal tram. Prendendo il treno, si potrà andare a Roccella (non appena sarà inaugurata anche Maredolce, che dovrebbe seguire a breve), la stazione centrale o andare a Lolli e proseguendo a Notarbartolo. Al momento le uniche vie di collegamento con il centro sono la trafficatissima via Oreto, viale Regione siciliana o piazza Scaffa: tre arterie che al mattino sono un tappeto di auto e clacson. Immagini che dovrebbero rappresentare solo un ricordo, non appena la stazione sarà funzionante.
Da Rfi fanno sapere di attendere da un momento all’altro una comunicazione romana sulla data di inaugurazione, anche se rimane da risolvere il nodo legato al biglietto unico: da un lato le Ferrovie gestiscono il passante e l’anello, dall’altro l’Amat il tram e gli autobus. Le due società non riescono però a trovare un accordo per un ticket unico che farebbe risparmiare tempo e noie ai passeggeri, favorendo l’uso di più mezzi pubblici e consentendo realmente di lasciare l’auto a casa. Le Ferrovie vorrebbero il 50% degli introiti, anche se statisticamente i passeggeri del treno sono di numero inferiore rispetto a quelli che usano il tram o l’autobus (almeno stando ai dati contenuti nel Pgtu).
Il passante costituisce, di fatto, il raddoppio della linea ferrata fino a Punta Raisi e comprende tre tratte: la A Notarbartolo-stazione centrale, 8,5 chilometri; la B Notarbartolo-La Malfa, 5,4 chilimetri; la C, La Malfa-Carini, 16,2 chilometri. In tutto a Palermo ci saranno 17 stazioni, di cui 9 nuove di zecca, per un investimento totale di 1,1 miliardi: il progetto dovrebbe essere completato entro il 2018, infiltrazioni d’acqua al Tribunale permettendo. Le stazioni attualmente aperte sono stazione centrale, Vespri, Orleans, Notarbartolo, Imperatore Federico, Fiera e Giachery (considerando anche l’anello), Brancaccio e Roccella, alle quali si aggiungono così Lolli e Guadagna. A settembre è prevista l’apertura di quelle da Notarbartolo all’aeroporto, ossia altre 6 in città più Isola delle Femmine, Capaci, Ciachea, Carini, Piraineto e Punta Raisi.
Sta di fatto però che, anche con sole due stazioni, il passante si annuncia come un’opera che insieme all’anello, al tram, alle Ztl, alle pedonalizzazioni, alle piste ciclabili, al bike e al car sharing è destinata a cambiare profondamente e da subito le abitudini dei palermitani e, perché no, anche a convincerli a lasciare finalmente a casa l’auto. Un’impresa finora quasi impossibile.