Alla sede Gesip di viale Regione Siciliana stamattina, alcuni dipendenti non hanno avuto dubbi: “Signorì – dicono – è a virità. Vinissi cca, parrassi cù sindacalista”. E in effetti il sindacalista, Piero Lo Cicero, Rsa Cgil, di cose da dire ne ha, e molte. “La situazione è realmente allo sfascio. La Gesip è un giocattolo mal gestito dalla dirigenza, legata a matasse clientelari che è ormai impossibile sciogliere. Quella denunciata ieri sera da Striscia – prosegue – non è una novità per noi. Molti dipendenti sono diventati ‘picciotti a disposizione’. Sa quante volte chiama il politico di turno perché, ad esempio, gli serve un idraulico? E, prontamente, qualche impiegato Gesip parte a sistemare il problema. O ancora, circa un mesetto fa, abbiamo ripulito un istituto privato che non è in convenzione con la Gesip”.
“Quello che non è ancora chiaro – tende a sottolineare Piero Lo Cicero – è che se si ferma la Gesip, si ferma il Comune di Palermo. La società fornisce al Comune numerosi servizi, dalla pulizia di ville e giardini, al canile municipale, dall’ufficio H, alla città dei ragazzi. Seppelliamo pure i morti al cimitero. Come Cgil abbiamo già fatto tre esposti – dice – adesso chiederemo le dimissioni dell’intera classe dirigente della Gesip”.
“Viviamo in una situazione di precarietà assoluta, la convenzione tra Comune di Palermo e Gesip viene rinnovata mensilmente, ancora non sappiamo se ad ottobre saremo riconfermati”. E ancora, Lo Cicero aggiunge che a fronte dei numerosi dipendenti dell’azienda che lavorano bene e con regolarità, alla Gesip ci si ritrova anche a fronteggiare situazioni in cui “c’è gente che, minacciando i dirigenti, non va a lavorare”.
“Insomma – conclude il sindacalista – stiamo giocando al massacro. Non ci sono né vincitori, né vinti. Alla fine della fiera, sono solo i lavoratori a farne le spese”.