PALERMO – “Da oggi protesteremo ad oltranza, presidieremo l’ingresso di giorno e di notte, non andremo via da qui fino a quando non avremo delle risposte”. Parola dei diciassette dipendenti dell’istituto Gonzaga di Palermo che si sono rivolti agli avvocati per opporsi ai licenziamenti di gennaio. Annunciano che da oggi partirà anche lo sciopero della fame:
“Da tre emsi soltanto silenzio nei nostri confronti – spiega Gabriele Albanese, licenziato dopo trent’anni e rappresentante sindacale della Flc Cig – ed è ora di essere ascoltati. Abbiamo fatto sacrifici e trascorso decine di anni a lavorare in questo istituto e adesso vogliamo giustizia. Non siamo stati informati in tempo, siamo stati licenziati senza avere alcun confronto con la dirigenza”.
Con lui, davanti alla sede della storica scuola dei gesuiti, ci sono donne e uomini che lavoravano come centralinisti, assistenti all’infanzia, manutentori. Parte del personale non docente interessato dal processo di esternalizzazione. “Siamo disperati – dicono – e siamo pronti a tutto per riavere il nostro lavoro. Digiuneremo per far capire a quale livello sia ormai arrivata la nostra disperazione”.
I diciassette dipendenti che si sono affidati agli avvocati Guglielmo Bellavista, Angela Maria Fasano e Muriel Romano, hanno presentato ricorso e ribadiscono con forza la necessità di un confronto con la dirigenza: “Dopo trent’anni di lavoro – spiegano – ci hanno lasciato in mezzo ad una strada, senza la possibilità di un incontro”. “La politica aziendale entra nella chiesa cattolica”, si legge sugli striscioni collocati davanti ai cancelli. E ancora: “Papa Francesco, chi per manovre economiche poco chiare toglie il lavoro, fa un peccato grave”.