Province, affondo di Miccichè | "Operazione da 'capoccioni'" - Live Sicilia

Province, affondo di Miccichè | “Operazione da ‘capoccioni'”

Gianfranco Miccichè tuona contro la legge che manda in soffitta le Province. Il leader di Grande Sud va giù duro dal suo blog. “Se pago X per 9 mele, non posso pagare sempre X per 33 mele. A meno che non siano marce..."

il leader di grande sud
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PALERMO – Gianfranco Miccichè tuona contro la legge che manda in soffitta le Province. Il leader di Grande Sud va giù duro dal suo blog. “Se pago X per 9 mele, non posso pagare sempre X per 33 mele. A meno che non siano marce – si legge nell’incipit del suo intervento -. Eppure qualche capoccione seduto all’Ars pensa che possa funzionare così. Anche per quanto riguarda le Province”.

La legge approvata all’Ars apre la strada alla creazione dei Consorzi di Comuni e delle aree metropolitane. E Micicchè non ci sta: “Il ragionamento di questi ‘luminari’ è il seguente: aboliamo gli enti intermedi, risparmiamo 50 milioni di euro (Crocetta sventola invece un bigliettino con scritto ‘100 milioni’) e poi istituiamone 30 l’anno prossimo”. Il ragionamento dell’ex sottosegretario prosegue così: “Le attuali Province siciliane sono strutture presso le quali operano 6500 dipendenti. In attesa della legge che regolerà il funzionamento dei Consorzi dei Comuni – una trentina, in base ai criteri annunciati (Crocetta, imperterrito, dice 15) -, viene spontaneo chiedersi come si può parlare di risparmio economico quando le strutture verranno raddoppiate o triplicate. Anche se alcune competenze fossero trasferite ai Comuni o alla Regione, in ogni caso si tratterebbe di costi in più per questi ultimi. Il dramma della coperta troppo corta. Poco c’entra l’essere a favore o meno delle Province. Se un ente è fonte di sprechi, deve necessariamente essere razionalizzato nei costi e nelle competenze”.

Miccichè affonda e suggerisce la sua ricetta: “Il problema non è dunque matematico o economico – per fare della buona spending review si poteva infatti intervenire razionalmente tagliando i rami secchi: retribuzioni delle Giunte, enti carrozzone, società partecipate e consorzi legati all’istituzione provinciale. Qui il problema è strettamente mediatico: s’è spacciata per riforma epocale una legge raffazzonata. Tanto fumo negli occhi per i cittadini che chiedono a gran voce una politica migliore, sobria, trasparente e che in cambio hanno ottenuto una pupiàta e un Governatore che ha, evidentemente, qualche difficoltà nel fare i conti”.

 


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