Pta di Giarre, la denuncia: |"E' semi inutilizzato" - Live Sicilia

Pta di Giarre, la denuncia: |”E’ semi inutilizzato”

A due anni di distanza dall'inaugurazione, siamo andati a vedere in che condizioni si trova la mega struttura benedetta da Anna Finocchiaro e dai vertici della sanità siciliana. Delle "Case della salute", restano soltanto una lunga sequenza di corridoi abbandonati e illuminati. LE FOTO DI BEPPE MAMMINO.

Novembre 2010, viene inaugurato il Pta di Giarre. A tagliare il nastro ci sono Anna Finocchiaro e il marito Melchiorre Fidelbo

CATANIA – Il fragore degli applausi al marito di Anna Finocchiaro, a due anni di distanza dall’inaugurazione del Pta di Giarre ha lasciato spazio al silenzio assordante della desolazione. Quella che doveva essere una “Casa della salute”, nata con una legge dell’ex ministro della Sanità Livia Turco, altro non è che un ospedale fantasma.

A segnalarne l’inutilizzo a LivesiciliaCatania sono stati i componenti del Comitato consultivo dell’Asp 3 con una lettera. “Il Pta – si legge nel documento siglato da Francesco Camuglia, Angelo D’Anna e Salvatore Garraffo– risulta utilizzato in minima parte rispetto alle aspettative del progetto, solo pochi medici di base espletano la loro attività e manca un effettivo coordinamento operativo con l’ospedale“. Al suo interno è stato ubicato il punto di accesso al presidio ospedaliero, fatto che condizionerebbe ”l’affermarsi delle specificità delle strutture fornendo la sensazione di uno spreco di spazi laddove tale motivazione è stata spesso addotta per fare o non fare investimenti“.

Siamo andati a visitare il Pta di Giarre due anni dopo l'inaugurazione

I componenti del Comitato consultivo lamentano ”lo smantellamento graduale dei servizi ambulatoriali già insistenti presso l’ex INAM d Corso sicilia. Alcuni  ambulatori spostati presso il PTA non hanno garantito la continuità attesa; altri, per la sensazione di precarietà presso i locali ex INAM, vengonio espletati con sempre maggiori difficoltà e grazie allo spirito di servizo dei medici ed infermieri preposti. Tra i servizi quello di mammograzia va potenziato nel numero di prestazioni con l’ausilio di una ulteriore unità dedicata“.

La sala d'attesa completamente deserta

Abbiamo contatto l’Asp di Catania, in seguito alla segnalazione di un lettore che lamentava differvizi, e l’azienda sostiene che nel Pta non solo viene offerta assistenza di base specialistica e diagnostica 12 h – vi sono presenti ambulatori di oculistica, cardiologia, diabetologia, angiologia, dermatologia e neurologia – ma vi è anche uno sportello per “pazienti cronici” e un ambulatorio di “Gestione integrata“ tra Medici di Famiglia e Medici Specialisti. Nonostante tutto questo -conclude l’Asp 3- molti locali sono e rimangono pericolosi e per questo interdetti alla fruizione“.

Siamo andati sul posto due volte per verificare le effettive condizioni del Pta di Giarre, sempre di pomeriggio, durante la settimana e di sabato.

Nella foto, uno dei tanti corridoi desolati

Dell’inaugurazione restano soltanto gli slogan sulla sanità che avrebbe messo ”al centro” il paziente, sull’innovazione e sull’informatizzazione al prezzo di due milioni di euro, senza gara d’appalto, che è costata il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e abuso d’ufficio per gli ex amministratori dell’Asp e per Melchiorre Fidelbo.

 

Chiunque può entrare e uscire. Indisturbati entriamo, con telecamera e cameraman al seguito, dalla porta principale, all’ingresso nessuno vigila. La grande sala d’attesa è completamente vuota. Percorriamo il lungo corridoio che porta ad un altro corridoio vuoto, con gli orologi fermi e tutte le porte chiuse. Luci accese. Andiamo a destra e sinistra, in lungo e largo senza trovare anima viva. Saliamo anche ai piani superiori, che dovrebbero ospitare le degenze.

Torniamo al piano terra. Un altro giro per i corridoi che costeggiano l’ingresso e poi scopriamo che, all’interno di uno stanzino, c’è la ”guardia medica”. Il dottore si lamenta. ”Sono da solo qui e i miei colleghi si spaventano a fare il turno di notte, l’altra sera ho trovato un barbone che dormiva davanti alla mia porta”. E ancora: ”Hanno sbagliato tutto, la guardia medica non può essere fatta in periferia, dovrebbe stare al centro“. E l’informatizzazione? La cartella clinica digitale? ”Ho un computer e una stampante“; risponde il dottore, che rientra nella stanza e si chiude a chiave.

Su un intero piano esteso quanto due campi da calcio, quello stanzino rappresenta il cuore pulsante di una struttura costata diversi milioni di euro che, a due anni dall’inaugurazione in pompa magna, impiega la maggior parte delle energie per alimentare le lampadine accese h24 lungo i corridoi che si estendono a perdita d’occhio e nessuno utilizza.

 

 

 


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