Ogni notte dei week end si ammassano ragazzi, qui nel fulcro di Palermo, età media ben al di sotto dei 20 anni, e in tanti arrivano anche dalle zone più ‘difficili’ della città.
Rari i controlli sugli accessi e pressoché inesistenti i controlli sul numero di persone in una piazza che fa fatica a contenerli, in mezzo ad auto e a centinaia di scooter utilizzati anche per fuggire dopo aver provocato risse, sovente a causa dell’alcool.
La baldoria contribuisce a creare un “bolla” dove tutto può essere consentito. Un centro storico di una città civile non ha nulla a che vedere con questa bolgia. È inammissibile che non ci siano controlli adeguati nell’area a ridosso del Teatro Massimo.
Più volte sollecitata dai residenti e dagli stessi titolari dei locali, la presenza degli uomini in divisa è sempre insufficiente. Nessun intervento o provvedimento per limitare i rischi legati al sovraffollamento. A tutto ciò si aggiunga che la zona della cosiddetta “champagneria” è anche drug free soprattutto nelle sere della movida. Cosi questa porzione della Città diventa terra di nessuno.
Antonio Lo Verde, giornalista

