Quattro passi con Ugo Forello | "Sarò un sindaco di strada" - Live Sicilia

Quattro passi con Ugo Forello | “Sarò un sindaco di strada”

Forello al Capo

Il candidato grillino e le ultime battute della campagna elettorale.

Verso le amministrative
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PALERMO– Una strada accanto al velodromo ‘Paolo Borsellino’. Un palco montato. Si attende l’avvento di Beppe Grillo. Il popolo a Cinque Stelle comincia ad arrivare alla spicciolata. Qui ci sono quelli della città capovolta, i portatori di una speranza intransigente che può essere valutata con svariate unità di misura, ma che non merita la perenne riduzione in macchietta. Qui ci sono persone.

E recano gagliardetti, magliettine, bandiere. E vorrebbero specchiarsi, a torto o a ragione, dentro un riflesso sottosopra. Ecco Cetty con la maglietta gialla e le cinque stelle. “Speranze? Ho certezze. Ugo Forello sarà sindaco”. Ecco Roberto, con analogo abbigliamento: “Perché sono grillino? – spiega – perché desidero un vero cambiamento. Purtroppo, contano i cognomi, le appartenenze, le raccomandazioni. Ho un fratello bravissimo che a Milano è il numero uno nel suo campo. Quaggiù incontrava difficoltà perché non conosceva nessuno. Il merito non basta”. C’è pure Pippo, canuzzo baldanzoso, abbigliato col logo del Movimento. Ecco Giovanni: “Non siamo più quelli dell’inizio. Abbiamo più esperienza e più consapevolezza. Ugo è un valore aggiunto,”. Ecco Francesca, ragazza dello Zen, che grida al microfono: “Non chiediamo favori, pretendiamo il riscatto sociale”. Eccolo Ugo, sul palco, con Beppe Grillo, acclamato dai presenti. Sono tanti? Sono pochi? La risposta è cangiante, nel mutare di tessere e appartenenze.

L’indomani, Ugo Forello, candidato dei Cinque Stelle alla poltrona di Palazzo delle Aquile, compie il suo giro, uno degli ultimi. Una puntata al Capo. Una chiacchierata tra le bancarelle.

Candidato Forello, permetta l’amarcord. Appena qualche anno fa si tenne un confronto al Giardino Inglese tra Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli in vista del ballottaggio che vide ‘Luca’ stravincere. Lei moderava. Ricorda?

“Ricordo perfettamente”.

Avrebbe mai pensato di trovarsi a contendere la fascia tricolore proprio ai suoi ospiti di allora?

“Assolutamente no. Però, è successo”.

Perché?

“Nel corso degli anni il sindaco Orlando non ha rispettato gli impegni presi. E cito, su tutto, la mobilità che è un disastro, una sofferenza. Penso pure alla partecipazione che non esiste. Si rende, dunque, necessario rompere l’equilibrio tra un sistema invecchiato e un’alternativa che ha presentato una proposta lacunosa e incoerente. Io vorrei dare voce alla comunità, ai cittadini. Ho scelto i Cinque Stelle: sono l’unica forza che, a differenza dei partiti, porta le persone semplici nelle istituzioni. Infatti, non sono qui per un accordo al chiuso delle segreterie”.

Le cosiddette firme false, le polemiche sull’antiracket. Quanto hanno pesato sulla sua campagna?

“Niente, tuttavia distinguerei”.

Distingua pure.

“Sulle firme il Movimento è stato compatto, irreprensibile e ha preso decisioni inevitabili, con grande responsabilità. Le altre storie mi hanno amareggiato sul piano umano, ma era normale che si mettesse in moto la macchina del fango nei confronti di un uomo perbene, fuori dalle solite logiche. Il mio profilo è limpido, sono stato passato al setaccio e non è stato trovato nulla. Certo, quando si accende il ventilatore del fango, con le sue bugie in circolo, si raggiunge lo stesso il risultato perverso della diffusione di calunnie. Ma noi siamo più forti. Vado oltre”.

Vada pure.

“Non permetto a nessuno di strumentalizzare il contrasto alla mafia condotto grazie all’azione di Addiopizzo. Come ho già chiarito: le parcelle, di cui si è pure discusso, riguardano somme liquidate a seguito di sentenze dei giudici per la copertura delle spese legali. Non decidevo io”.

Siete sottostimati, secondo voi?

“Lo eravamo fino a qualche settimana fa. Ora siamo i più temuti”.

Palermo in pillole. Le prime emergenze.

“La lotta alla miseria, col reddito di cittadinanza. La politica per la casa. La cura e la gestione dei beni pubblici. E il lavoro, perché il Comune può facilitare determinati passaggi. Lo slogan è: lavoro, lavoro, lavoro. E poi una vera mobilità, non il pasticcio attuale. Sogniamo una città accessibile in cui non prendere la macchina rappresenterà un vantaggio e diventerà un’abitudine. Il sindaco Orlando racconta traguardi che non sono mai stati raggiunti”.

Come è stata la campagna elettorale che va a concludersi?

“Aspra, difficile, ma si è parlato di contenuti. E si è parlato soprattutto delle nostre proposte, di cose che sono nel programma dei Cinque Stelle. Comunque, abbiamo già vinto”.

Se non dovesse diventare sindaco, quale sarà il suo futuro? Continuerà la via della politica o si concentrerà su altro?

“Francamente non ci ho ancora pensato. Non so in che forma, sosterrò le mie battaglie per Palermo. Sono uno che opera per strada, in mezzo alla gente”.

Il Capo, in una mattina di sole, è pieno di turisti, protagonisti di una passeggiata, e di palermitani, in veste di cortesi comparse. Una squadra grillina di giovanissimi distribuisce volantini e consigli su come votare.

L’ultima domanda: se venisse eletto, che sindaco sarà?

“L’ho già detto e lo confermo. Sarò un sindaco che sta in mezzo alle persone, un sindaco di strada”.

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