PALERMO – “E’ intenzione della famiglia Lo Iacono arrivare ad una ricostruzione certa delle cause che hanno comportato la scomparsa del peschereccio Nuova Iside, la morte del capitano Matteo Lo Iacono, del cugino Giuseppe e far temere il peggio per il figlio Vito”. Lo afferma il legale della famiglia, l’avvocato Aldo Ruffino.
L’avvocato ha ricostruito il lasso di tempo in cui si è verificata la tragedia. “L’unica cosa certa – prosegue – è che, dagli ultimi contatti, l’intero equipaggio non manifestava alcuna preoccupazione per le condizioni del mare. Gli ultimi messaggi sono arrivati lunedì attorno alle 21.53. In quel momento non soffiava vento di scirocco. Fino a mezzanotte e 10 del martedì i telefonini funzionavano e abbiamo la certezza che i messaggi inviati dai familiari sono stati ricevuti. Poi più nulla Al momento del ritrovamento il corpo del Capitano portava ancora una pesante felpa che fa escludere che il disastro sia potuto avvenire durante le ore di scirocco che avrebbero potuto rendere difficoltosa la navigazione. Tutto è ipotizzabile anche un inconsapevole speronamento notturno da parte di navi mercantili che solitamente attraversano quello specchio di mare o da parte di altre imbarcazioni da pesca presenti nella zona. E’ necessario comprendere cosa può essere successo e per questo la famiglia ha chiesto che il Capitano venga sottoposto ad autopsia ed intraprenderà tutte le iniziative necessarie per ricostruire con massima precisione cosa è successo in quei terribili momenti”.
“La famiglia Lo Iacono – conclude il legale – ha chiesto alle autorità competenti che proseguano con maggiore presenza di uomini e di mezzi le ricerche del giovane Vito e del peschereccio. Nessuno pensi che il tempo possa colmare il dolore ed il desiderio di certezze della famiglia Lo Iacono”.
(ANSA)