Quei ragazzi dolcissimi | privati del futuro - Live Sicilia

Quei ragazzi dolcissimi | privati del futuro

Commenti

    Caro e Gentile Roberto, come sempre anche oggi entri in punta di piedi nella stanza dei ricordi, forti e vivi come le tue parole. Caro Roberto, il nostro tempo è stato segnato dalle storie in bianco e nero, attraversato da un timido arcobaleno che abbiamo colorato giorno dopo giorno con la speranza, la propositivita’, la progettazione di una vita, un futuro agognato. Oggi, caro fratellino, incontro tanti giovani Colleghi, quotidianamente. Hanno gli stessi occhi nostri di allora, vivi, forti nelle braccia, fluidi nel movimento e nella memoria. Li osservo, mi cerco in loro per certi aspetti, quasi ne vorrei assumere le sembianze, non foss’altro per la giovane età. Una cosa mi colpisce spesso, il malessere dell’incertezza imposta da azioni e pensieri turbolenti ed afinalistici di una classe politica e dirigenziale a volte sterile nell’anima. Un tratto così incisivo, quest’ultimo , da non potersi dire semplicemente casuale ma “artatamente progettato” con l’unico fine della “dipendenza ed assoggettazione”. Ma non voglio più con le mie “paranoie” macchiare la tua “leggiadra leggerezza” d’espessione. Grazie fratellino, a volte ricordi il gusto di una “maddalenina” di Marcel Proust così da riuscire sempre ad emozionarmi. Un caro abbraccio. Vincenzo.

    Caro Roberto,
    anch’io periodicamente faccio il giochino del “come eravamo” e scopro un panorama molto articolato e non inquadrabile con un semplice “era meglio prima” o un “molto meglio adesso”. Quando eravamo studenti, ai tempi dell’occupazione, forse la consapevolezza dei nostri diritti di discenti era inferiore e la massa (perché eravamo tanti di più) seguiva le scelte dei “politicizzati”. Ricordo che la trasformazione dell’Aula Ascoli in Aula Maccacaro che tu hai citato, con tutto il rispetto, a me sembrò un battesimo-bestemmia celebrato da officianti di sinistra (alcuni dei quali oggi siedono nelle stanze dei bottoni) che forse ignoravano che il grande Maurizio Ascoli, eroe della Grande Guerra, fu cacciato dall’Università nel 1938 a causa delle leggi razziali di Mussolini per la sola colpa di essere ebreo. A parte questo, trovo che la grande differenza stia nella consapevolezza della carenza di leaders che rende il futuro del Paese quanto mai nebuloso. Il trionfo personale del Presidente Mattarella alla prima della Scala, dovuto al fatto che la gente sa riconoscere il vero leader meritevole di rispetto per rigore, serietà, moderazione ed equilibrio, dimostra che non si può andare avanti con una politica fatta di selfie, di aggressioni, di insulti, di intolleranza reciproca e nella totale assenza di un barlume di proposta programmatica capace di creare lavoro e sviluppo e non solo qualche “like” su Twitter. La disoccupazione intellettuale era un problema allora come adesso e anzi forse oggi gli spazi sono cresciuti; ciò che manca è la fiducia dei giovani in una classe politica fatta di ignoranti, arroganti, presuntuosi e chiacchieroni. E non posso accettare il “Ma per il futuro state lasciando solo cenere! Dopo di voi, il diluvio!”. Io rivendico la nostra capacità di giovani di ieri di indignarci e di lottare qualche volta anche con metodi censurabili, cosa che oggi manca. Oggi il massimo di partecipazione collettiva sono i social-media e l’unico tema su cui avverto reale partecipazione giovanile è quello dei cambiamenti climatici che è di certo fondamentale, ma non l’unico. Saluti e grazie per i tuoi spunti di riflessione.

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Furti a ripetizione nelle scuole ( ben tre incursioni in una settimana alla scuola media Scina') e adesso nella sede di un testata giornalistica. La mafia vuole distruggere la cultura perché toglie manovalanza alla criminalità. Più presidi, non è giusto che si ci debba appoggiare soltanto ai mezzi di sicurezza privata.

Mhaa ce tutta palermo da rifare strade urbane extraurbane insomma questo e tutto quello che hanno seminato magna magna e stop prima da bambino mi ricordo c'era la cassina che faceva continuamente il manto stradale ora lo fanno ogni 40 anni e quando lo asfaltano o riempino le buche li fanno malamente e alle prime piogge va via e chiaro che sono se sono incompetenti x le cose semplici figuriamoci x quelle grandi

Cuffaro è già tanto che in Italia ti sia consentito di fare politica. Si ritiri. Le sue argomentazioni non reggono. Faccia qualche passo indietro. La riabilitazione non comporta l'obbligo di fare politica. Il reato commesso è stato nel suo ruolo di Presidente della Regione. Quindi l'ha commesso come soggetto politico e istituzionale ed è stato gravissimo. La pena che ha scontato l'ha scontata da uomo delle istituzioni e non da Cuffaro comune cittadino. Avere scontato la pena non cancella il reato. Si rassegni e torni nel Burundi. La sua riabilitazione non può e non deve comprendere la possibilità di fare politica. In una Nazione seria non doveva accadere che lei abbia potuto fare politica. La sua dignità a calpestarla è stato lei.

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