"Quella spiaggia piena di rifiuti" | San Cataldo, la denuncia e la replica - Live Sicilia

“Quella spiaggia piena di rifiuti” | San Cataldo, la denuncia e la replica

foto di Claudio Avila

La lettera. Risponde il sindaco di Terrasini.

PALERMO- “Sono venuto per le feste pasquali. Sono sopraggiunto in Contrada San Cataldo, nella spiaggia che ricade nel vostro comune di pertinenza. La chiesa, costatata alla collettività svariate centinaia di migliaia di euro ed attualmente inutilizzata anche perché è stata oggetto di numerosi atti vandalici. Il contorno risulta essere in totale abbandono con cumuli di spazzatura e con presenza di rifiuti pericolosi come eternit che potrebbero causare un danno ambientale. Mio malgrado sono costretto ad ammettere che tale spiaggia nelle mani di altri soggetti potrebbe diventare un gioiello di questa costa”.

Lo stato di degrado che caratterizza la spiaggia di San Cataldo di Terrasini continua a essere oggetto di segnalazioni non solo da parte di ambientalisti ma anche di cittadini, come dimostrano le parole di Claudio Avila, nativo di Palermo ma residente nel Nord Italia, che in occasione delle vacanze di Pasqua è tornato nella sua isola e attraverso una lettera ha voluto denunciare l'”incuria e l’inefficienza” dell’amministrazione di Terrasini. Alla denuncia sono state allegate alcune foto scattate sulla suddetta area, compresa la chiesa di San Cataldo. Anche l’antica costruzione in pietra, risalente all’epoca bizantina e che nel 2015 è stata avvolta da una struttura di protezione fatta in ferro e legno, versa quindi (nuovamente) in uno stato di abbandono.

“L’area di San Cataldo ha uno straordinario valore storico e paesaggistico – ha spiegato il sindaco Giosuè Maniaci – e un piccolo comune come quello di Terrasini non riesce da solo a tutelare un patrimonio simile. Allora il progetto di recupero è stato finanziato dal GAL ed è costato oltre 300mila euro, ma hanno restaurato una chiesa senza alcuna strada d’accesso comunale agibile. Tutto è fermo al momento e non vi sono sufficienti risorse”. Se da un lato pare quindi che cumuli di immondizia, sporcizia e atti vandalici avranno ancora la meglio, tuttavia dall’altro Maniaci aggiunge: “Il problema di base è la presenza del fiume Nocella, puntualmente contaminato dagli scarichi di oleifici, industrie e aziende agroalimentari, e trasformato in un corso d’acqua inquinato che cambia colore continuamente e che provoca seri danni ambientali alla nostra costa. Effettuiamo numerose analisi sulla qualità dell’acqua e per quanto gli esiti degli ultimi esami siano discreti, il problema persiste. Sarebbe opportuno controllare le reali condizioni degli impianti di depurazione. L’intera area di San Cataldo merita comunque di essere risanata e riqualificata. Prometto di verificare con maggiore attenzione lo stato dei luoghi, coinvolgendo anche il comune di Trappeto, l’arma dei Carabinieri e la Capitaneria di Porto, che già in passato si è mossa a favore della salvaguardia ambientale con il sequestro di un oleificio di Partinico”.

 

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