Gentile Sig. Grillo, ho letto le sue dichiarazioni sui fondi europei destinati all’Italia, che, secondo lei, “Scompaiono tutti in tre regioni: Calabria, Sicilia e Campania”. Leggendo le sue parole mi sono tornati in mente due ragazzi, Marco e Cristian. I nomi sono di fantasia, per motivi che le spiego subito. Il primo è il figlio di un noto killer di mafia; il secondo fino a qualche anno fa “lavorava” come spacciatore minorenne fra i palazzi del quartiere ZEN di Palermo. Due ragazzi con il classico “futuro segnato”. Perché le racconto di Marco e Cristian? Perché loro, grazie a quei “fondi comunitari” che secondo lei “spariscono” nelle terre di mafia, ‘ndragheta e camorra, hanno avuto la possibilità di cambiare vita.
E loro, questa opportunità l’hanno colta. Marco, che già era entrato nel circuito penale, grazie ad un progetto di mobilità internazionale, per la prima volta ha avuto la possibilità di allontanarsi dalla propria famiglia e dal proprio contesto. Un’esperienza così positivamente choccante da permettergli di reggere l’urto emotivo e psicologico di un padre condannato all’ergastolo. Un’esperienza così positivamente dirompente, che una volta uscito dal periodo di messa alla prova deciso dai giudici, Marco ha cambiato del tutto vita, rompendo non solo col proprio passato ma soprattutto con un futuro che, senza i fondi comunitari, sarebbe stato segnato. Cristian, la prima volta che l’ho incontrato, aveva 16 anni e la sua occupazione (unico ad avere un “lavoro” in famiglia) era quella di spacciatore di droghe fra i casermoni del quartiere ZEN. Anche lui era quindi già entrato nel circuito penale, un circuito dal quale, soprattutto in aree dove il controllo socio-economico della mafia è forte, non esci certamente firmando una lettera di dimissioni al tuo boss di turno.
Anche Cristian, dopo aver fatto una esperienza di mobilità e volontariato internazionale grazie ad un progetto comunitario, ha scelto di rompere col proprio presente e col proprio futuro. Ha scelto di partire, andare a vivere in una capitale europea, ancora una volta grazie ai programmi comunitari: il Servizio Volontario Europeo prima e il Leonardo dopo. Marco e Cristian rappresentano due esempi di braccia sottratte alla mafia e non sono certo casi isolati. Ogni anno sono decine i ragazzi entrati nel circuito penale che, anche grazie ai fondi comunitari e al lavoro di decine di associazioni, uffici della Giustizia minorile, assistenti sociali, riescono ad uscirne. Perché le racconto queste storie?
Perché queste esperienze di un uso possibile e positivo dei fondi europei sono certamente due piccole storie ma sono quelle che giorno dopo giorno rendono concreta e possibile la speranza che dalla mafia, dalla ‘ndrangheta e dalla camorra ci si possa e ci si voglia liberare. Certo, questo non vuol dire che tutto fili liscio come l’olio. Sappiamo tutti che con i fondi comunitari, così come con qualsiasi tipo di fondi pubblici, tanto le mafie quanto le varie corruttele politiche del sud come del nord hanno fatto grandi affari. Basta fare una ricerca in internet per scoprire come le truffe sui fondi comunitari si siano sprecate a nord come a sud. Ma la sua semplificazione e quel (neanche velatamente) razzista distinguo fra le 3 regioni cattive e le altre 17 regioni presunte buone sa tanto di classico “far di tutta l’erba un fascio” che, le posso garantire, non fa altro che un gran favore a chi corrotto o corruttore era prima e corrotto o corruttore continuerà ad essere. Alla fine, non fa che un gran favore alla mafia, alla ‘ndrangheta e alla camorra, così come ai loro protettori politici.
Pietro Galluccio Associazione InformaGiovani – Palermo
P.s. se vorrà, lei o qualcuno degli eletti del suo Movimento nel Parlamento Europeo, saremo lieti di accoglierla in uno dei progetti descritti qui Prison Break – 10 anni di volontariato ed inclusi…: http://youtu.be/kYnmtqRifOk