Quell'estate col mio amico Bent Parodi - Live Sicilia

Quell’estate col mio amico Bent Parodi

E' morto il giornalista Bent Parodi, un punto di riferimento per chi svolge la nostra professione. Livesicilia si associa al dolore di parenti e amici. E vuole ricordarlo così'.
(Letture) La scomparsa del giornalista
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2 min di lettura

Quella sì che fu proprio una bella estate. Capo d’Orlando era una continua scoperta, un mondo nuovo che si schiudeva innanzi agli occhi stupiti di un bimbetto sulla decina. Il freddo di quel mare limpido ti penetrava le ossa, ma era impossibile non amare la sensazione di tepore che provavi una volta fuori dall’acqua. Quel ragazzino aveva un “amico grande” che lo aspettava sempre sul bagnasciuga. Un amico alto, forte, bravo, di quelli che “sanno le cose”. Il bambino sapeva che ad ogni sua domanda arrivava puntuale la risposta dell’altro.
Quante risposte mi hai dato Bent, quante. Il nostro era quasi un rituale, al mio quesito rispondevi sempre dicendo “Questa è una domanda da cinque miliardi di lire. Vediamo un po’…”, è quel vediamo un po’ era un universo: un oceano di conoscenza di cui ti facevi portavoce attraverso quei modi gentili che hanno sempre caratterizzato ogni bent+parodituo gesto. Mi mancherai Bent. Mi mancheranno le granite di gelsi assaporate sul lungomare di Capo d’Orlando, con te e donna Tove, in quella lunga estate rovente, mi mancheranno le nostre passeggiate nel giardino di villa Piccolo a parlare di tutto e di niente, o ancora quella mano che mi salutava alla fine di ogni edizione del telegiornale. Attimi andati, sì, ma il cui ricordo non sfumerà, restando limpido nella mia mente. Così come non potrò dimenticare il giorno in cui ci riincontrammo, dopo tanti anni, e l’espressione dei tuoi occhi nel vedermi seduto lì alla tua scrivania del Giornale di Sicilia.
Ti chiesi come fare per superare la paura dell’esame per l’iscrizione all’albo che mi attanagliava in quei giorni, e tu mi rispondesti “questa è una domanda da cinque milioni di euro. Vediamo un po’…”, il segno che i tempi erano cambiati, ma tu sapevi tenerti al passo con loro. Quelle parole dissiparono i miei timori e mi restituirono un mondo che credevo perduto. Il sorriso che mi regalasti al mio ritorno da Roma mi sembra ancora di poterlo accarezzare. E’ il ricordo più bello, nonchè ultimo, di quel bambino insieme al suo “amico grande”.
Mi hai insegnato un universo, donandomi un miracolo: quello di potermi scaldare, in questo freddo pomeriggio di dicembre, col semplice ricordo di quei momenti.


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