Questione di fiding... - Live Sicilia

Questione di fiding…

Il caso Unicredit
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Non essendo un impiegato di banca né tantomeno un civilista, mi sono rivolto a Wikipedia per capire bene cosa sia una fideiussione. Imparai a odiare questo termine quando la Lega Calcio cancellò, proprio per “mancanza della fideiussione”, prima gli acquisti di Toschi e Liguori nel penultimo anno di Serie A del Palermo pre-Zamparini e poi il Palermo stesso nel Settembre Nero del 1986. Secondo Wikipedia la fideiussione, impropriamente abbreviata con il nomignolo che identifica il più fedele amico dell’uomo, “è il negozio giuridico con il quale un soggetto, chiamato fideiussore, garantisce un’obbligazione altrui, obbligandosi personalmente nei confronti del creditore del rapporto obbligatorio”. La faccio più semplice per i profani come me: se io vado da un panellaro ma non ho i soldi per pagarmi il panino, posso chiedere “un fido” al gommista del negozio accanto che mi conosce e che si impegna a coprire il debito fino all’occorrenza del valore del panino: solo panelle, panelle e crocchè, panelle, crocchè e rascatura.

La questione è su tutti i giornali. L’Unicredit ha tolto al Palermo il fido precedentemente concesso per un valore di 2,5 milioni di euro. Il presidente Zamparini ha protestato con clamore sostenendo che dietro questa operazione ci sia la mano di un altro Maurizio: il Beretta ex-giornalista del TG1, presidente della Lega Calcio e alto dirigente della banca. Secondo il Palermo, l’interruzione del fido sarebbe solo una ritorsione verso colui che ha recentemente alzato la voce contro la gestione della Lega Calcio, sempre tesa alla conservazione dei privilegi della solite note. Un vero e proprio “colpo di Beretta”.

Come ho detto nell’incipit, capisco poco di questioni bancarie. Ma ho memoria sufficiente per ricordare che l’Unicredit ed il Banco di Roma, che di essa è uno dei padri, hanno avuto un ruolo fondamentale nell’avventuroso salvataggio delle due squadre romane. Una clemenza ed una generosità che non furono applicate ad alcuna delle maggiori squadre siciliane. Per restare alla nostra terra, l’Unicredit ha goduto dello smembramento dei due maggiori istituti di credito siciliani e dei loro consistenti patrimoni immobiliari. Ed infine, trovo incredibile che l’Unicredit non ritenga solvibile il Palermo per una cifra che corrisponde, più o meno, al valore di mercato di una coscia del suo portiere.

Può darsi che, da incompetente, abbia interpretato male tutta la vicenda ed è certo che non ne conosco i dettagli finanziari. Ma appare sorprendente la coincidenza temporale tra il provvedimento della banca e le critiche di Zamparini alla gestione della Lega Calcio. E, soprattutto, la disparità del trattamento che una grande banca di respiro internazionale riserva al Palermo rispetto a sue “consorelle” molto più indebitate. Nel manifestare la mia solidarietà di tifoso al Presidente Zamparini, voglio solo ricordare ciò che noi siciliani sappiamo benissimo: sia dal punto di vista geografico che da quello dei metodi, la mafia non è solo “cosa nostra”.

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