GIARRE. Sono surreali ed interminabili i minuti di silenzio davanti all’abitazione di Dario Chiappone, il 27enne ucciso, lunedì sera in via Salvemini a Riposto, con una ferocia disumana. Solo quando il feretro raggiunge la strada quel silenzio si trasforma in un lungo e liberatorio applauso. Tanti i giovani che sfilano in corteo fino alla Chiesa Gesù Lavoratore per i funerali. Lì davanti un altro caloroso applauso accompagna l’ingresso della bara in chiesa. Esorta al silenzio don Antonio Pennisi, perché le parole sono incapaci di spiegare una tragedia così grande, ma anche al perdono per coloro che hanno commesso un atto di così inaudita violenza.
A presenziare alle esequie anche i capitani dell’Arma Luca Leccese e Giovanni Rubino, comandanti rispettivamente delle Compagnie di Giarre ed Acireale. In quest’ultima Compagnia presta servizio uno dei fratelli della vittima. Nessuno degli amici di Dario prende la parola durante il funerale, troppo grande il dolore. All’uscita il feretro viene sollevato in alto ancora una volta. E’ l’ultimo saluto a Dario, giovane irrequieto ma dal cuore grande.
LE INDAGINI. Si è preso 60 giorni di tempo il medico legale Cataldo Ruffino, nominato dal sostituto procuratore di Catania Santo Distefano, per consegnare gli esiti dell’esame autoptico, durato oltre tre ore, compiuto venerdì pomeriggio sul corpo di Dario Chiappone. La relazione potrebbe chiarire numerosi dubbi ed aprire nuovi scenari investigativi. L’esame tossicologico, i cui esiti arriveranno in breve tempo, chiarirà innanzitutto se la vittima facesse ancora uso di sostanze stupefacenti o se quella parentesi della sua vita fosse stata definitivamente chiusa. Anche la successione dei colpi inferti, 16 quelli rilevati durante il primo esame superficiale compiuto sul luogo del delitto, potrebbe rivelare importanti elementi. Intanto gli investigatori nei giorni scorsi hanno sentito senza sosta amici e conoscenti del 27enne, oltre alla testimone oculare dell’omicidio, la 41enne giarrese con cui Dario Chiappone si era appartato in auto. La donna avrebbe confermato in ogni punto quanto già raccontato. Si continua a scandagliare la vita privata, anche attraverso il profilo facebook del giovane, in cerca di qualcosa che possa condurre alla mano assassina.