Pizzo, il bar brucia:| è il nuovo che avanza - Live Sicilia

Pizzo, il bar brucia:| è il nuovo che avanza

Di notte, al buio, sono entrati dentro il bar, inaugurato da pochi giorni. Hanno cosparso il pavimento di benzina e hanno dato fuoco. E' accaduto stanotte a Palermo, nella centralissima via Emerico Amari. Nell'obiettivo degli uomini del racket è finito il bar Ciròs. Così, nonostante tutti i pezzi grossi sono in carcere, la città continua a essere messa a ferro e fuoco dai picciotti del pizzo. Perché il territorio lasciato da chi è stato arrestato, diventa terreno di conquista di gruppi nuovi
Il "Ciro's" di via Emerico Amari, a Palermo
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Di notte, al buio, sono entrati dentro il bar, inaugurato da pochi giorni. Hanno cosparso il pavimento di benzina e hanno dato fuoco. E’ accaduto stanotte a Palermo, nella centralissima via Emerico Amari. Nell’obiettivo degli uomini del racket è finito il bar Ciròs. Così, nonostante tutti i pezzi grossi sono in carcere, la città continua a essere messa a ferro e fuoco dai picciotti del pizzo. Perché il territorio lasciato da chi è stato arrestato, diventa terreno di conquista di gruppi nuovi.

All’apparenza sembra un fenomeno strano – ragionano gli investigatori – con tutti dentro la morsa del racket dovrebbe allentarsi ma invece si stringe, con diversi attentati incendiari che hanno rigaurdato diverse zone di Palermo. Dietro la recrudescenza degli atti intimidatori ci sarebbe proprio l’arresto dell’ultimo latitante catturato, Gianni Nicchi. Le stesse modalità del suo arresto, col tradimento di uno dei suoi fiancheggiatori, hanno suggerito come attorno a lui non ci fossero uomini in grado di prendere le redini di un potere che si era esteso a tutto il territorio che andava da Brancaccio alla Noce.

Il bar Ciro’s si trova in via Amari, zona di competenza della famiglia di Borgo Vecchio, inserita nel mandamento di Porta Nuova, uno dei capisaldi del potere che fu di Gianni Nicchi. Il nuovo avanza ed è composto da criminali di bassa leva, quelli che prima erano banditi comuni assorti a ranghi di Cosa nostra per dichiarata mancanza di personale. Non esiste più il grande boss, l’attitudine e mediare. Si dà fuoco. Per dimostrare di esserci e che la sconfitta è ancora lontana.

Circa due settimane fa, prima dell’inaugurazione dell’esercizio, nel locale erano in corso lavori di adeguamento, qualcuno ha sparato due colpi di pistola contro la saracinesca. L’episodio si è ripetuto anche il giorno dopo, quando il titolare ha deciso di denunciare l’episodio ai carabinieri che da quel momento hanno cominciato a indagare sui possibili autori dell’intimidazione. Dopo, i titolari della società proprietaria del bar, non avrebbero mai ricevuto richieste estorsive né altre intimidazioni fino a ieri notte. Il fuoco non ha causato danni ingenti. I carabinieri hanno inviato gli atti al pm Roberta Buzzolani, titolare dell’inchiesta.


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