LONDRA – Resta in cella ma potrebbe tornare a casa su cauzione. Per Domenico Rancadore, il boss di Trabia condannato definitivamente in Italia a 7 anni per mafia ed estorsione, si apre uno spiraglio di libertà provvisoria dopo il sì della Westminster Magistrates Court di Londra.
L’udienza si è tenuta nella capitale britannica: Rancadore, detto U Prufissuri, potrebbe lasciare il carcere e dormire nella sua casa di Uxbrige, a condizione di pagare 50 mila sterline, indossare un tag elettronico e firmare due volte al giorno alla stazione di polizia. L’accusa, però, ha fatto subito ricorso, bloccando così la sua immediata scarcerazione, e bisognerà aspettare per sapere la decisione finale, attesa in settimana o, più probabilmente, il prossimo 16 dicembre. Una nuova udienza è già stata fissata per il 20 e il 21 febbraio.
La BBC ha puntato l’attenzione sul fatto che la Corte ha concesso la libertà su cauzione all’uomo, latitante in Inghilterra per più di dieci anni, dopo averla negata per ben due volte temendo la sua fuga. Ha riportato pure la dichiarazione dell’avvocato di Rancadore, Karen Todner dello studio legale Kaim Todner, la quale ha dichiarato che “Rancadore continua ad opporsi all’estradizione”.
Il quotidiano The Guardian ha dedicato ampio spazio al racconto della moglie di Rancadore, Anna: “Volevamo – ha detto alla Corte – una vita diversa per i nostri bambini. Non volevamo farli vivere in un luogo dove tutto era condizionato dalla mafia. Era molto importante per noi. Ci siamo trasferiti qui ed i miei bambini sono andati a scuola qui”. Quando il magistrato le ha chiesto il motivo per cui in famiglia hanno cambiato nome adottando quello di Skinner, la donna ha risposto: “Ho cambiato nome perchè volevamo lasciarci alle spalle il cognome Rancadore. Ne avevamo passate tante in Sicilia, volevamo un break”. Il giornale inglese ha raccontato pure le reazioni del boss, presente all’udienza: Rancadore è stato in silenzio per tutto il tempo, ha tenuto la mano destra appoggiata sul cuore ed appariva stanco.
La testimonianza della moglie è stata raccontata anche dal Telegraph: il cronista britannico ha riportato che Anna Skinner, figlia di un ex console italiano a Londra, ha detto alla Corte di essere scappati dall’italia per sfuggire all’eredità criminale del padre di suo marito, Giuseppe, capomafia in Sicilia: “Ho trovato un posto – ha spiegato lei – lavoravo, era più facile avere un nome inglese piuttosto che uno italiano”. La donna ha raccontato che l’agenzia di viaggi che gestiva a Uxbridge è stata abbandonata dai clienti dopo l’arresto di suo marito, lo scorso agosto. Nell’articolo del Telegraph, inoltre, c’è la dichiarazione del giudice Howard Riddle: “He has no convictions recorded against him in this country or any others and no evidence had been put to me that suggests he has committed offences here or abroad in 18 years.” Cioè, “Non ci sono condanne contro di lui in questo paese e non ci sono prove che lui abbia commesso reati qui o all’estero in 18 anni”. La donna ha aggiunto: “Posso garantire sulla mia vita che mio marito non andrà da nessuna parte” ed ha raccontato di aver già vissuto insieme a lui gli arresti domiciliari per tre anni negli anni ’80. Il giornale raccoglie anche la testimonianza di Hannah Hinton, che rappresenta le autorità italiane, che ha fatto appello contro la decisione della Corte ed ha detto che per Rancadore rimane “un significativo rischio di fuga”.
Aggiornamento
L’Alta corte di Londra ha rinviato l’appello alla decisione di concedere la libertà su cauzione a Domenico Rancadore dopo che il suo avvocato ha dichiarato che il 67enne condannato per mafia ha avuto un attacco di cuore ed è stato ricoverato in ospedale. ”Al momento non abbiamo altre informazioni”, ha affermato il legale Alun Jones, aggiungendo solo che il suo assistito soffre di ipertensione e angina.