Randagi, l'idea di Musumeci: | "L'adozione dev'essere la meta" - Live Sicilia

Randagi, l’idea di Musumeci: | “L’adozione dev’essere la meta”

L'incontro con le associazioni. Catanzaro del Pd: "Perché non c'erano i sindaci?".

A PALAZZO D'ORLEANS
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PALERMO – “Il canile deve essere una tappa, l’adozione, invece, la meta”. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha sintetizzato così il suo pensiero al termine dell’incontro organizzato, a Palazzo d’Orleans, con le associazioni animaliste maggiormente rappresentative e alla presenza dell’assessore della Salute, Ruggero Razza, e dei vertici dei Servizi veterinari, per confrontarsi sul tema del randagismo nell’Isola. Nel corso della riunione è emerso, in modo unanime, come la legge regionale in vigore, la 15/2000, non debba essere modificata, ma solamente revisionata in qualche piccola parte.

“Non siamo qui – ha detto il presidente Musumeci – per cercare le responsabilità di qualcuno, ma solo per capire le cause del mancato risultato su una tematica alla quale nel corso di tutti questi anni non è stata assegnata la giusta importanza. Le ultime tristi vicende di Sciacca e di qualche altro comune dell’Isola hanno, giustamente, acceso i riflettori sulla vicenda. Per apportare i correttivi – ha aggiunto – chiedo il vostro aiuto perché sono convinto la nostra grande forza siano le associazioni di volontariato, che ogni giorno vivono e affrontano sul campo i problemi”.

Quasi una ventina gli interventi che si sono susseguiti in circa due ore di incontro e tutti concordi nel confermare la bontà dell’attuale legge, con la necessità, però, di procedere a una campagna massiccia di sterilizzazione degli animali e con la contestuale microchippatura degli stessi, per un’anagrafe canina aggiornata. Chiesti più controlli nei canili e maggiore sensibilizzazione dei Comuni, moltissimi dei quali senza strutture adeguate, e dei servizi veterinari. “Già nei prossimi giorni – ha annunciato l’assessore Razza – verrà inviato un atto di indirizzo per richiamare le nove Asp a un comportamento uniforme in tutte le Province. Chiederemo ai canili anche un maggiore rispetto degli orari, che possa consentire alle associazioni animaliste, iscritte all’albo regionale, verifiche sulla sistemazione e il mantenimento degli animali, oltre che controlli sui rifugi nei quali sono portati. Molte delle proposte avanzate non necessitano di impegni di spesa, quindi sarà molto più semplice darvi esecuzione”.

Il presidente della Regione ha lanciato l’idea di mantenere un costante confronto con le associazioni sul randagismo per un monitoraggio del fenomeno, con il coinvolgimento dei Comuni, dei Corpi di polizia municipale e delle Aziende sanitarie provinciali. “Non possiamo prescindere – ha concluso il governatore – dalla partecipazione dell’Ordine dei medici veterinari, il cui coinvolgimento risulta fondamentale e necessario per una piena attuazione della legge”.

“Lascia quanto meno perplessi che per promuovere misure contro il fenomeno del randagismo in Sicilia, il presidente della Regione abbia convocato solo le associazioni animaliste e non, anche, i sindaci dei comuni interessati dagli ultimi incresciosi avvenimenti”. L’ha detto Michele Catanzaro, deputato Pd all’Ars, commentando la riunione del pomeriggio organizzata da Nello Musumeci. “Se non avesse voluto invitare i sindaci, considerata la gravità del fenomeno in tutta la Sicilia, il governatore avrebbe potuto coinvolgere almeno l’Anci”, aggiunge Catanzaro. Che ha la sensazione, “piuttosto deprimente – dice – che il capo del governo regionale abbia preferito ridurre tutto in politica, dando ascolto solo alle rivendicazioni delle associazioni, lasciando agli amministratori comunali, già in trincea per tante ragioni, il difficile ruolo di parafulmine di accuse, insulti e minacce, così come accaduto nei confronti del sindaco di Sciacca, città letteralmente aggredita sui social network”. A giudizio del parlamentare Pd, i comuni sono stati lasciati soli.

“Se il piano è quello di dotare la Regione di una nuova e più adeguata normativa, noi faremo la nostra parte. Non dimenticando, però – conclude Catanzaro – che i comuni hanno bisogno di strumenti e di risorse specifiche. Altrimenti i sindaci continueranno a essere additati come responsabili quando, invece, la responsabilità sarà stata di qualcun altro”.

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