RANDAZZO – Arriva sul gong a Randazzo l’approvazione del Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale. Secondo quanto stabilito dalla legge, tale approvazione doveva infatti avvenire entro il termine di novanta giorni dalla data di esecutività della deliberazione con cui l’Assemblea, l’8 agosto, aveva votato il ricorso alla procedura di predissesto. E dopo un Consiglio convocato per venerdì pomeriggio e durato più di dieci ore, nelle prime ore di sabato è giunto il sì al Piano decennale. 18 i presenti, passati a 15 in fase di votazione, con un esito che ha visto 9 voti a favore, 3 astenuti e 3 contrari. Venuto meno il numero legale, la seduta è stata poi rinviata a domenica pomeriggio. A dover essere trattato il secondo punto all’ordine del giorno, ossia la necessaria approvazione del Bilancio di Previsione 2015, anno da cui parte il Piano di Riequilibrio, che, con dieci presenti, è passato con gli otto voti della maggioranza, registrando un astenuto e un contrario.
Soddisfatto il sindaco Michele Mangione “perché – dice – credo che abbiamo innanzitutto evitato il peggio per l’Ente”. Un Piano che è passato con il parere negativo del Revisore dei Conti, ma per il quale il primo cittadino ringrazia maggioranza e opposizione. “Ringrazio veramente tutti – ha detto – sia quelli che hanno votato sì sia quelli che, pur astenendosi, rimanendo in aula hanno consentito che venisse mantenuto il numero legale”. Un Piano che alla conta finale è “molto prudenziale”, afferma il sindaco, a fronte di chi “dice che è sovrastimato, eccessivo nelle sue previsioni” e di chi invece “dice che fa acqua da tutte le parti”. “Prudenzialmente sono state accolte tante voci che prevedono anche dei debiti potenziali, ma molto potenziali. Si tratta dei contenziosi, che si possono verificare così come non si possono verificare o si possono verificare a metà delle richieste”.
Dieci anni dunque per ripianare debiti pari a quasi otto milioni di euro, di cui tre milioni e ottocentomila fuori bilancio e quattro potenziali o futuri, per un impegno complessivo sostenibile di quasi 600 mila euro all’anno a carico del bilancio comunale sino al 2024. “Abbiamo innanzitutto accolto la volontà di tutti, in primis dell’amministrazione – precisa il primo cittadino – di fare questo Piano senza ricorrere ad aumento di tasse. E abbiamo accolto l’indirizzo del Consiglio, quando ha aderito alla procedura del Piano, ad agosto, di non ricorrere al Fondo di Rotazione”.
Tra le misure previste “il recupero dell’evasione nell’ambito dei tributi” nella consapevolezza “che questa è un’azione che da una parte si deve rafforzare, ma – nelle parole del sindaco – non mi illudo che sia facile”. L’incremento della tariffa COSAP e l’adeguamento degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione. La voce più forte è invece quella strutturale, afferma Mangione, riguardante il risparmio sulla spesa del personale, “perché a fronte dei pensionamenti che ci sono stati e di quelli che ci saranno, ci sarà un risparmio notevole”. E ancora l’introduzione delle strisce blu a pagamento, la riduzione dei fitti passivi, l’istituzione di alcuni diritti di segreteria e istruttori, la vendita di parte del patrimonio, l’adozione di piani finanziari e tariffari tali da coprire il costo del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti senza aumento delle tariffe in vigore.
A fare discutere è l’aumento del costo dei servizi a domanda individuale, servizi che, nelle parole di Mangione, “in un momento come questo non sono più sostenibili”, con un passaggio per la mensa scolastica dal 36% al 60% e l’introduzione di tariffe per l’utilizzo del campo sportivo. Percentuali di contribuzione ad oggi però solo ipotetiche, come precisa il presidente del Consiglio, Antonino Grillo, in quanto le tariffe dovranno poi essere adottate dal Consiglio. Due invece i mutui previsti nel 2017 e nel 2018, uno di 400 mila euro e l’altro di 324 mila, per pagare dei debiti in conto capitale.
Critico il fronte del no. “Il Piano che è stato presentato non è sostenibile, per di più c’è un parere del Revisore dei conti negativo”. Così Carmelo Scalisi, della lista “Insieme per Francesco Sgroi”, spiega i motivi del voto contrario a un Piano “vincolato su dati che non porteranno in realtà soldi in cassa”. Difficile, nelle sue parole, il recupero del gettito fiscale. “Il problema che ci siamo posti è che da tre anni a questa parte il Comune ha recuperato poco o quasi niente”, quindi “dopo tre anni come possono recuperare?”. I mutui “sono sempre soldi da restituire”. Troppo ottimista anche l’introito previsto dal costo di costruzione e oneri di urbanizzazione in un paese fermo in cui “nessuno costruisce”. “Inoltre nel Piano adottato – aggiunge il consigliere – ai sensi dell’art. 243 comma 8, il testo del TUEL dice che i servizi a domanda individuale devono essere messi all’interno di questo calderone, quindi in questo caso le spese dell’acquedotto devono essere tutte spalmate sulla cittadinanza. Questa voce all’interno del Piano non è completamente prevista”.
“Un piano sovrastimato rispetto ai debiti”, con “3 milioni e otto di debiti fuori bilancio e 4 di debiti potenziali, mentre il piano è di quasi 12 milioni”, e “azioni che vanno a toccare le tasche dei cittadini”. Tra gli astenuti, Alfio Ragaglia, capogruppo della lista “Del Campo Sindaco”, spiega invece le motivazioni dell’astensione. Se il risparmio sulla spesa del personale è un intervento strutturale valutato positivamente, tra le azioni non condivise anche l’aumento dei costi “dei sevizi a domanda individuale in genere”, tra cui appunto quello della refezione scolastica “dal 36 al 60%”, nonché l’introduzione di tariffe per chi utilizza il campo sportivo.
Prossime scadenze. Stando a quanto previsto dalla legge, entro dieci giorni dalla data della delibera, il Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale deve essere trasmesso alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, nonché alla Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali operante presso il Ministero dell’Interno, la quale, entro il termine di sessanta giorni dalla data di presentazione del Piano, svolge la necessaria istruttoria anche sulla base delle Linee guida deliberate dalla sezione delle autonomie della Corte dei conti. All’esito dell’istruttoria, la Commissione redige una relazione finale, con gli eventuali allegati, che è trasmessa alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. Quest’ultima, entro il termine di trenta giorni dalla data di ricezione della documentazione, delibera sull’approvazione o sul diniego del piano, valutandone la congruenza ai fini del riequilibrio.