“Randazzo, in assise leso il diritto di proposta dei consiglieri”

“Randazzo, in assise leso il diritto di proposta dei consiglieri”

La denuncia del capogruppo del “Gruppo Misto”, Freddy Pillera.
LETTERE IN REDAZIONE
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RANDAZZO. La missiva inviata in redazione:

I Consiglieri comunali rappresentano l’intera comunità ed esercitano la loro funzione senza vincolo di mandato. Il pervicace rifiuto, opposto dalla maggioranza consiliare alla richiesta dei sottoscritti consiglieri, di dedicare un’apposita seduta all’esame della drammatica situazione sociale che emerge dalle indagini giudiziarie in corso nel territorio randazzese, solleva inquietanti interrogativi sulla capacità dell’Amministrazione Comunale in carica di percepire l’attualità e la gravità dei rischi che minacciano questa comunità. 

Tali interrogativi sono stati resi ancor più allarmanti dall’inopinato sostegno che tale rifiuto ha trovato nell’organo amministrativo preposto alla tutela della legalità che, con palese contraddizione, ha ritenuto irragionevolmente estranea alla sfera di competenza del Consiglio Comunale la mozione avente prot. 22521 del 12-12-2022 da noi presentata, tesa, a norma dell’art. 24 comma 7 del Regolamento del Consiglio, proprio “alla promozione di iniziative e di interventi da parte del Consiglio e della Giunta nell’ambito dell’attività del Comune”, nel rispetto pedissequo del principio fondamentale sancito all’art. 3, comma 2, lett. x) dello Statuto Comunale che testualmente recita: “il Comune si propone la tutela e la promozione della persona contro ogni forma di sopraffazione e di violenza, ed assume quale obiettivo fondamentale, nell’ambito delle proprie competenze, la lotta al fenomeno mafioso; quindi provvede: a) a diffondere la consapevolezza della convivenza civile e dell’ordine democratico; b) a favorire la diffusione di una cultura dei diritti e della legalità; c) ad impedire la presenza di associazione mafiose e di condizionamenti clientelari ed affaristici”. 

Si tratta, come è evidente dalla semplice lettura della Carta fondamentale del Comune, non di interferire con le indagini in corso della magistratura catanese ,come viene sottolineato con nota prot. 22686 del 14/12/2022 dal Segr. Generale e dall’ufficio di presidenza , bensì di prendere atto, sul piano della responsabilità politica assegnata al Consiglio e alla Giunta, dell’esistenza nel territorio comunale – acclarata da ben due sentenze passate in giudicato e da ben tre ordinanze del GIP presso il Tribunale di Catania (ultima quella del 7 ottobre scorso) e non, quindi, “appresa da articoli di giornali” come sbrigativamente scritto nella nota di diniego – di una pericolosa organizzazione mafiosa che comprime il libero esercizio delle attività economiche e insidia la convivenza civile e l’ordine democratico. 

Si tratta, come è ovvio, non di esprimere giudizi di colpevolezza in ordine ai reati, gravissimi, che sono stati ipotizzati nei confronti di tanti concittadini raggiunti dalle misure di custodia cautelare e dagli avvisi di garanzia – che, anzi, ci auguriamo sinceramente, anche per il buon nome della comunità locale, possano dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati – bensì di individuare insieme, maggioranza e opposizione, unite dal supremo interesse pubblico, tutte quelle iniziative, politiche, culturali e sociali, che possano servire a contrastare la diffusione del fenomeno mafioso, l’acquiescenza alla sopraffazione e alla violenza, il dilagare della droga, l’attacco alle istituzioni democratiche e ai beni comuni. 

Si tratta di far sentire agli imprenditori locali la vicinanza delle istituzioni rappresentative, sostenendoli nella loro quotidiana resistenza al racket, aiutandoli ad associarsi per non sentirsi soli in questa difficile lotta, collegandoli con ogni possibile aiuto alle tante organizzazioni esistenti nella nostra provincia. 

Si tratta, ancora, non di strumentalizzare vicende giudiziarie già di per sé allarmanti per qualunque comunità, ma di promuovere, mettendo a disposizione gratuitamente il patrimonio comunale e chiamando a raccolta tutti i cittadini, le famiglie, le scuole, le associazioni e le parrocchie, ogni possibile iniziativa che miri a diffondere il benessere collettivo, la coesione sociale, la cultura, il volontariato, la solidarietà e l’impegno civile come fondamento della convivenza civile e dell’ordine democratico. 

Si tratta, di non comprimere ulteriormente l’attività del Consiglio Comunale e delle Commissioni – come purtroppo accade, da un mese a questa parte, con la strumentale diserzione da parte della maggioranza delle riunioni per l’esame del bilancio e le remissive sospensioni, al semplice richiamo del suo capo coalizione, delle sedute d’aula per impedire all’opposizione di far sentire la propria voce e di esercitare il proprio ruolo di controllo – ma di esaltarne al massimo la funzione di garanzia del confronto democratico proprio nel momento in cui i cittadini(tutti, comprese le migliaia rappresentati dall’opposizione consiliare) dovrebbero essere chiamati a sollevarsi unita contro il sopruso. 

Si tratta, fondamentalmente, di mettere al sicuro la nostra Casa Comune, i suoi progetti e il suo sviluppo, ponendoli al riparo da ogni possibile condizionamento da parte del malaffare e delle organizzazioni criminali, trasformando la massima istituzione locale in una trasparente “casa di vetro”, con il ricorso ai rimedi che il nostro ordinamento democratico prevede a tutela degli enti minacciati – come emerge dall’Ordinanza citata – dalle interferenze mafiose, ai sensi dell’art. 143 del D. Lgs. 267/2000. 

Si tratta, infine, per usare le stesse parole pronunciate dal Sindaco in recente intervista televisiva rilasciata durante l’ultima campagna elettorale maggio 2022, di considerare “non più accettabile che arrivi la magistratura e la politica sia sempre in ritardo nell’affrontare il tema della legalità” – come, peraltro, molto più autorevolmente affermato dal compianto Giudice Borsellino nel video/intervista tenuta a Bassano del Grappa il 26 Gennaio 1989 – e che, quindi, coerentemente con quanto da egli stesso espresso, per mantenere i rappresentanti del popolo “al di sopra di ogni sospetto”, il Consiglio – il più alto consesso politico – adempia al dovere statutario di perseguire concretamente, e non solo a parole, l’obiettivo fondamentale, nell’ambito delle proprie competenze, della lotta al fenomeno mafioso. 

Non fare nulla ti tutto ciò, questo sì, sarebbe indice di correità morale e di inerzia politica, alla quale noi ci sottrarremo e che contrasteremo con tutte le nostre forze”.


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