PALERMO – “Oggi, il non voto sulla modifica del piano triennale, che prevedeva la realizzazione dell’asilo a Brancaccio per l’annualità 2024, rappresenta un chiaro atto di sfiducia di parte della maggioranza nei confronti del Sindaco di Palermo. Lo dice Antonino Randazzo consigliere comunale del Movimento 5 Stelle.
“Questo avviene – continua – a pochi giorni dalle dichiarazioni pubbliche del Sindaco, che aveva espresso impegno e determinazione riguardo a questo progetto con l’impegno di indire entro due mesi la gara con l’approvazione entro l’anno dell’integrazione del Piano Triennale Delle Opere Pubbliche”.
“Sull’integrazione del piano triennale, si tratta di una vicenda interna al Consiglio comunale, dove è legittimamente maturata, al di là di ogni altra possibile considerazione, la richiesta di approfondimenti che potranno essere adeguatamente resi alla ripresa dei lavori d’Aula, non essendovi peraltro scadenze vincolanti al 31 dicembre 2024″.
“In ogni caso, al fine di assicurare la continuità dei processi, il rup dell’opera ha già dato avvio alle procedure di gara, nel rispetto dell’articolo 5, comma 7 del nuovo codice dei contratti. Per quanto precede, ferma restando la richiesta del Consiglio comunale, nessun ritardo si registrerà nello svolgimento del procedimento di realizzazione dell’asilo intitolato alla memoria di padre Pino Puglisi, a Brancaccio”. Così il sindaco Roberto Lagalla.
La dura lettera dei familiari
“Oggi il Consiglio Comunale, per volontà della maggioranza e dell’opposizione che fa politica scendendo in piazza con le mani sui fianchi, non ha approvato l’inserimento nell’elenco delle opere pubbliche da realizzare, per la prossima annualità, dell’Asilo Nido di Brancaccio ‘I Piccoli di padre Puglisi’, tanto voluto dal beato. Pertanto, a noi familiari di don Pino sorge spontanea una domanda: chi ha interesse a non costruire l’asilo nido a Brancaccio? La risposta, parimenti alla domanda, nasce spontanea: la mafia”.
Lo dicono i familiari di don Pino Puglisi. “Abbiamo atteso 25 anni – aggiungono – l’arresto di Totò Riina, 43 anni quello di Bernardo Provenzano, 30 anni per Matteo Messina Denaro e 31 anni per la costruzione dell’asilo nido… che purtroppo non vedrà luce”.
“Come mai tutto questo tempo per affermare semplicemente i diritti dei bambini, legalità e giustizia? In 31 anni si sono avvicendate al governo di questa città tutte le forze politiche dell’arco costituzionale, si sono avvicendati nel governo dell’arcidiocesi di Palermo cardinali e vescovi. Ma questo asilo ancora non sorge – aggiungono i familiari -.
Ora potete trovare tutte le scuse che l’ingegno umano può partorire, potete fare appello al politichese o al populismo, potete anche richiamare la schiera corporativa e infinita dell’antimafia e della legalità. Ma, mentre voi gridate e sgomitate nel mettere sul piatto le vostre giustificazioni, la mafia alleva bambini alla propria scuola, sussurrando parole di vendetta contro quella parte minuscola delle istituzioni e degli uomini, come il nostro caro Pino, che hanno tentato di sconfiggerla”.
“Un sogno da realizzare”
“La maggior parte del popolo siciliano – concludono i familiari di don Puglisi – è affamato di mafia e voi, con il vostro atteggiamento e comportamento, con l’ignavia che vi ha contraddistinto in questi 31 anni, ne stuzzicate l’appetito. Gaetano Puglisi, il fratello maggiore di Pino, non ha avuto questo dono di vedere costruire l’asilo nido a Brancaccio.
Franco, fratello più piccolo di Pino, spera di vederlo realizzare, ma il suo stato di salute non depone a suo favore e, quindi, forse (ci auguriamo di no), non lo vedrà neanche lui. Il resto della famiglia continuerà a ‘sperare’ e non possiamo farne a meno, proprio in questo anno giubilare sulla speranza, indetto da Papa Francesco.
Ma sappiate che per tutti quelli che in questi 31 anni non ne hanno permesso la realizzazione, non ci sarà Porta Santa che li perdonerà”.