CATANIA – Era accusato di aver promesso un posto di lavoro in cambio del voto alle elezioni amministrative di Randazzo a Giovanni Farina, un trentasettenne coinvolto a sua volta a piede libero nell’inchiesta “Terra Bruciata”, con cui i carabinieri del comando provinciale di Catania hanno stroncato gli affari della cosca dei Sangani, una costola del clan Laudani operante proprio a Randazzo. Farina era indagato per associazione mafiosa, detenzione illegale e ricettazione d’armi e per traffico di stupefacenti. Ma i fatti di reato sono stati ritenuti infondati sia dalla Procura che dal Gip di Catania, che ora ha accolto la richiesta della magistratura requirente catanese e ha disposto l’archiviazione del procedimento che aveva riguardato anche il sindaco di Randazzo Francesco Sgroi e il Presidente del Consiglio Comunale Carmelo Scalisi. Entrambi ne escono definitivamente senza macchia.
Sgroi, si ricorda, aveva ricevuto un’informazione di garanzia assieme al presidente del consiglio comunale proprio nel giorno dell’operazione. Più specificamente il primo cittadino, eletto nel 2018 nella Lista Civica Insieme per Randazzo, Francesco Sgroi Sindaco, era accusato dalla Procura di aver promesso un’occupazione a Farina nella società addetta alla raccolta di rifiuti urbani in città, un’azienda a sua volta estranea alle indagini. Peraltro quella ipotetica promessa, stando sempre al contenuto delle intercettazioni, poi Sgroi non la mantenne neppure, tant’è che Farina si sarebbe ripetutamente lamentato di lui.
“In data 24 marzo 2023 il GIP presso il Tribunale di Catania, su conforme richiesta della Procura distrettuale della Repubblica, ha disposto l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato – scrivono adesso Sgroi e Scalisi, in una nota -. Né Il Sindaco Sgroi, né il Presidente del Consiglio Scalisi hanno commesso il reato di “scambio di voto politico-mafioso”. Il Sindaco Francesco Sgroi dichiara di non avere mai dubitato che la magistratura avrebbe accertato in via definitiva e con serietà l’assoluta correttezza e linearità del suo operato e l’estraneità dei fatti contestati a lui e al Presidente del Consiglio Comunale Carmelo Scalisi. Gli interessati manifestano soddisfazione per la conclusione della vicenda giudiziaria e ringraziano gli avvocati Maria Licata, Giuseppe Mannino e Katia Ceraldi che ne hanno sostenuto la difesa”.