Rap, la Tares non basta | Perdite per dieci milioni di euro - Live Sicilia

Rap, la Tares non basta | Perdite per dieci milioni di euro

Il gettito della Tares da 122 milioni di euro non basta a coprire costi del personale e dei servizi della Rap: la differenza tra entrate e uscite è di 10 milioni. Si spera nel piano industriale e nel contratto di servizi per far partire col piede giusto la neonata azienda. Sindacati sul piede di guerra.

LA PARTECIPATA DEI RIFIUTI
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PALERMO – Si fa in salita il passaggio dei 2.390 lavoratori da Amia e Amia Essemme alla Rap. Da un tavolo tecnico fra il consiglio di amministrazione e le parti sociali, convocato stamattina con l’obiettivo di fare chiarezza sui conti dell’azienda, è emerso che i 122 milioni di euro che l’amministrazione comunale è pronta a trasferire all’azienda, frutto di una tassa sui rifiuti, la Tares, ben più salata della vecchia Tarsu, sono insufficienti a coprire i costi del personale e dei servizi previsti dallo statuto della neonata società: alla Rap servirebbero almeno dieci o undici milioni in più. Una situazione che non è certo una novità, perchè già le fallite Amia e Amia Esseme perdevano svariati milioni di euro all’anno. E le sigle sindacali temono che la necessità di tirare la cinghia possa suggerire soluzioni assai indigeste come il taglio degli stipendi o addirittura dell’organico.

Il vertice odierno ha permesso di fare i conti con le somme messe a disposizione da piazza Pretoria, ovvero i famosi 122 milioni della Tares. Il problema è che il solo costo del personale ammonta a 94,2 milioni di euro, che lievita fino a 101 milioni con i servizi festivi, domenicali, notturni e straordinari, ai quali vanno aggiunti i normali costi di gestione: 2,9 milioni di assicurazioni, 2,4 di canoni di manutenzione mezzi e attrezzature, 5,1 di consumo carburante, 1,9 di materie prime, 2 di noleggi, affitti e locazioni. Tutti valori peraltro non inclusivi di Iva. Già ora alcuni servizi verrebbero decurtati: al servizio di spazzamento caditoie sarebbero destinati 3,6 milioni di euro contro i 4,2 del passato, mentre le manutenzioni stradali d’urgenza vedono diminuire i fondi da 13 a 6,2 milioni. Ma le indicazioni provenienti da Palazzo delle Aquile sono chiare: non ci sarà alcun aumento della Tares per compensare le perdite.

La partita, dunque, si gioca tutta sul contratto di servizio e sul piano industriale che “saranno pronti fra un paio di settimane”, assicura il presidente della Rap, Sergio Marino. Per fare un esempio, la pulizia delle caditoie, che impiega 175 lavoratori, finora è stata affidata all’Amap che girava la commessa prima all’Amia e adesso alla Rap. Se il servizio ritornasse alla diretta competenza dell’Amap, la Rap potrebbe risparmiare fino a 1,8 milioni. La pensa così anche Marino: “Potremmo mantenere le riparazioni stradali urgenti e la pulizia delle sedi giudiziarie ma del servizio caditoie faremmo a meno”. Va detto che senza il via libera dell’amministrazione si resta nel campo delle ipotesi e che solo la cabina di regia fra le partecipate può decretare trasferimenti di competenze in accordo con le altre aziende, in questo caso l’Amap.

Sull’incontro con i sindacati il presidente della Rap preferisce mantenere una linea prudente: “È stato un atto interlocutorio, abbiamo portato i conti e aperto un tavolo per trovare una condivisione sul percorso di acquisto e gestione. Il gettito della Tares è insufficiente, la perdita ammonta a circa 10 milioni di euro e per risparmiare non può bastare la sola riorganizzazione del lavoro, che al più può migliorare il servizio. Tagli agli stipendi? Non è il caso di fare alcun tipo di previsione”. Dal canto loro, i sindacati hanno intenzione di chiedere al più presto un vertice a tre con l’esecutivo: “Date le risorse che ad oggi il Comune mette a disposizione – si chiede Dionisio Giordano, segretario regionale della Fit Cisl Ambiente – si andranno a toccare gli stipendi? Rispetto alle riflessioni tecniche e contabili viene fuori che la coperta è corta, ma noi sacrifici ne abbiamo fatti tanti, possiamo anche migliorare la produttività ma sul resto va chiamato in causa il Comune”.

“Chiederemo subito all’amministrazione – continua Giordano – di convocare un tavolo di confronto. Ai lavoratori non deve essere toccato un capello, altrimenti la Cisl si sentirà svincolata da impegni di responsabilità. Senza contare che aspettiamo ancora notizie dalla curatela in merito alla cessione: noi siamo pronti a firmare”. Per i lavoratori rimane aperto, infatti, anche un altro fronte, quello del passaggio dall’Amia alla Rap. Si attende a giorni la convocazione delle parti sociali da parte dei curatori per definire l’estinzione dei crediti vantati dai dipendenti su tredicesime, quattordicesime, ferie pagate e premi di produttività. Il tfr, invece, sarà a carico dell’Inps.

“Oggi abbiamo partecipato – scrivono in una nota Massimiliano Giaconia e Maurizio Bongiovanni del sindacato Alba – al tavolo tecnico convocato dalla Rap che ha avuto, praticamente, come unico oggetto all’ordine del giorno il dettaglio della situazione economica dell’azienda. Dalla rappresentazione fatta dal presidente è emerso che il budget previsto dall’amministrazione comunale (socio unico della Rap) è insufficiente, considerato che risulterebbe un disavanzo, per il 2014, pari a circa 11 milioni di euro. Inoltre, purtroppo, alla riunione non erano presenti i curatori fallimentari di Amia e Amia Essemme, i quali, invece, nella precedente riunione ci avevano garantito che avrebbero fatto chiarezza ‘al centesimo’ sui crediti ancora spettanti ai lavoratori (tredicesima, quattordicesima, ferie)”. “A queste condizioni – continuano i due sindacalisti – diventa difficile definire gli accordi propedeutici all’acquisto delle due aziende fallite. La scrivente organizzazione sindacale esprime preoccupazione sul futuro dell’azienda e dei lavoratori, considerato che i dati economici non rispecchiano l’impegno assunto dal Sindaco relativamente alla garanzia dei livelli occupazionali. Per tali ragioni abbiamo rappresentato l’urgenza di una convocazione delle organizzazioni sindacali alla presenza del sindaco”. “Se ciò non dovesse avvenire – concludono Giaconia e Bongiovanni – entro i primi giorni della prossima settimana saremo costretti a mettere in atto le più opportune azioni sindacali”.

Per il consigliere comunale Giuseppe Federico “poiché la neonata Rap accusa già difficoltà economiche, l’amministrazione comunale deve modificare lo statuto dell’azienda, assegnando anche la manutenzione ordinaria delle strade. Ciò comporterebbe circa 10 milioni di euro in più, essenziali per la vita della Rap, rispetto ai servizi attualmente previsti”. “Mi trovo perfettamente in linea con la dichiarazione del consigliere Federico – dice il consigliere del Mov139 Maurizio Lombardo – inoltre dopo il nostro insediamento ho portato all’attenzione la questione dei 175 lavoratori che si occupano della pulizie caditoie per un loro ritorno in Amap. In una riunione congiunta tra la terza commissione e la commissione bilancio, dove erano presenti i vertici di Amap, questi si sono detti disponibili nel riprendere i lavoratori che costano alla Rap 6,2 milioni circa e ritengo che i 3,6 previsti nel contratto di servizio non sono sufficienti. Possiamo trovare benissimo un risparmio senza intaccare sempre i lavoratori che per a mio giudizio sono sempre quelli che pagano le conseguenze degli sbagli di chi in passato non ha saputo gestire l’azienda”.

 

 


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