Rap, piano di risanamento sotto esame: “Obsoleto, va rifatto”

Rap, piano di risanamento sotto esame: “Obsoleto, va rifatto”

Forello (Oso): “Impossibile ricapitalizzare”

PALERMO – Una “dimenticanza” da oltre quattro milioni di euro che rende le previsioni del piano di risanamento della Rap obsolete, tanto da doverne fare un nuovo. E la ricapitalizzazione torna nel mirino delle opposizioni in consiglio comunale con Ugo Forello (Oso) che parla, senza mezzi termini, di mancanza dei presupposti.

Cade una nuova tegola sulla testa della società partecipata che, per il comune di Palermo, si occupa di pulizia e rifiuti. La Rap di Giuseppe Todaro, che a settembre immetterà in servizio altre 60 unità, ha infatti presentato, a fine luglio, la relazione del primo semestre di quest’anno, cioè aggiornata al 30 giugno 2024, stavolta col disco verde del collegio sindacale.

Un documento che sia la Ragioneria generale che l’ufficio del Controllo analogo di Palazzo delle Aquile hanno passato al setaccio, proprio mentre in Aula si discuteva, in occasione del rendiconto del Comune, del futuro dell’azienda.

Rap a un bivio

I conti Rap del 2023 sono in rosso per quasi dieci milioni di euro e l’unico modo per garantire la continuità aziendale è ricapitalizzare per almeno nove, sia mediante il conferimento della sede e di alcuni Centri di raccolta, sia con denaro sonante.

L’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Lagalla ha confermato di voler ricapitalizzare, ma non prima di avere un quadro chiaro della situazione. Tanto che il primo cittadino ha incaricato alcuni dirigenti e funzionari di avviare un’ispezione in Rap su vari punti, tra cui la mancata asseverazione del collegio sindacale e della società esterna di revisione.

Le leggi impongono precisi paletti per la ricapitalizzazione e, trattandosi di un debito fuori bilancio da far approvare al consiglio comunale, bisogna prima verificare che ci siano tutti i requisiti e, soprattutto, che l’azienda stia attuando il piano di risanamento messo a punto dal docente universitario Carlo Amenta. Piano che prevede sì ricapitalizzazione e assunzioni ma anche una radicale riorganizzazione.

I numeri

L’ufficio del Controllo analogo ha passato ai raggi x la relazione di Rap e non ha mancato di sottolinearne alcune criticità. Anzitutto manca un report sull’attuazione delle misure contenute nel piano di riequilibrio del Comune che riguardano le partecipate; poi ci sono alcune voci, sia in positivo che in negativo, che risultano non allineate fra il budget, il consuntivo e il piano.

Inoltre l’aggiornamento del piano di risanamento di Rap, rivisto lo scorso giugno con l’aggiornamento delle perdite 2023 (9,8 milioni), non risulta asseverato, né è stata prodotta la relazione trimestrale.

Sul fronte delle spese, l’emergenza rifiuti ha comportato alcuni incrementi: un milione per i privati, un altro per i noleggi, altri quattro milioni per il personale tra progetti obiettivo, straordinario, domenicale e accessorio. Di contro aumenta il corrispettivo Tari e si spende meno per merci e carburante. In totale la perdita ammonta a mezzo milione di euro, meno di quanto previsto nel piano di risanamento.

Un nuovo piano

Il problema più grande, però, è riferito al fatto che la Rap non aveva, “probabilmente per mera dimenticanza” (così si legge), considerato gli accantonamenti post mortem della settima vasca, recentemente consegnata dalla Regione, che rapportati all’interno 2024 ammontano a 4,3 milioni di euro.

Un buco che la Rap assicura di essere “riuscita ad assorbire nell’ambito delle complessive economie”. Cosa che ha fatto storcere il naso alla Ragioneria generale: “Rap da un lato afferma di non avere inserito nel piano di risanamento costi strutturali e, dall’altro, di avervi fatto fronte con non meglio specificate altre economie di cui non sembra vi sia traccia nel piano”. A meno che, continuano gli uffici di via Roma, le economie non siano straordinarie e quindi non utilizzabili per mettere i conti strutturalmente in equilibrio.

Cosa che si ripeterà anche nel 2025 e nel 2026: “Tale sottovalutazione – continua la Ragioneria – potrebbe essere il frutto di un non adeguato scrutinio contabile di costi storicamente certi”.

Circostanze che, evidenzia il Controllo analogo, “rendono obsolete le previsioni del piano” con la raccomandazione a Rap di valutare la redazione di “un nuovo piano di risanamento contenente previsioni realisticamente aggiornate”.

Forello: “Rivedere il budget”

“Le criticità rilevate, purtroppo, non fanno altro che confermare quando sostenuto dal gruppo Oso in occasione dell’approvazione del Rendiconto – dice Ugo Forello, vicepresidente della commissione Bilancio – non ci sono i presupposti giuridici ed economici, ad oggi, che possano permettere al Comune, quale socio unico, di deliberare un aumento di capitale a favore della Rap. É necessaria un’urgente ed indifferibile revisione del budget di spesa e del piano di risanamento che devono essere oggetto di attenta valutazione del collegio sindacale e dell’organo di revisione e che vanno approvati dalla giunta”.

Todaro: “I numeri non mentono”

“Un passo alla volta stiamo cercando di risalire la china, seguendo pedissequamente – ci tengo a sottolinearlo – le condizioni poste dal Comune. Un nuovo piano? E’ allo studio, ne parleremo nel tavolo tecnico con il sindaco e gli uffici”. È il commento del presidente della Rap, Giuseppe Todaro, che aggiunge: “Ci era stato chiesto di presentare una semestrale in linea con il piano di risanamento ed eccola qui. A fronte di una previsione di perdite per 1,2 milioni, abbiamo ridotto il passivo a poco più di 230 mila euro, ben al di sotto delle stime”.

“Ognuno è libero di dire ciò che vuole, ma i numeri non mentono – continua Todaro – e in questo caso si evince chiaramente quanto le azioni messe in campo in questi mesi stiano dando i frutti tanto attesi. Ho sempre detto che una situazione così complessa e incancrenita, come quella che ho trovato il giorno del mio insediamento, non si sarebbe potuta risolvere in pochi mesi. Adesso iniziamo a mettere insieme i risultati sia sul fronte dei conti, sia in termini di servizio. Ma per un miglioramento strutturale e generale – non mi stancherò mai di ripeterlo – occorre che tutti facciano la propria parte”.


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