Centro storico: rapine e aggressioni |La movida ora chiede sicurezza - Live Sicilia

Centro storico: rapine e aggressioni |La movida ora chiede sicurezza

Dalla stazione centrale ai Quattro Canti, dalla Vucciria al Foro Italico: il quadrilatero della paura comprende tutto il centro storico, dove nelle ultime settimane si sono verificate tre rapine. I giovani chiedono più controlli, mentre la polizia assicura: "Zona monitorata giorno e notte".

PALERMO – E’ il regno della movida palermitana, una scia di suoni e colori che rappresenta, ogni sera, la tappa fissa di molti giovani del capoluogo. Il centro storico della città ha però fatto da scenario, nelle ultime settimane, ad episodi di violenza che hanno profondamente segnato lo stato d’animo di chi abita nel quartiere o frequenta quotidianamente la zona. Seduti al tavolino di un pub, c’è chi dice di avere paura. Qualcun altro racconta di avere subito soltanto da pochi giorni il furto della bicicletta o di avere trovato l’auto saccheggiata.

Le aggressioni subite dall’attore Paolo Mannina, Marco R e dell’avvocato Giovanni La Bua, che hanno raccontato le loro disavventure a LiveSicilia, sembrano essere soltanto la punta dell’iceberg. Il popolo della notte avverte i pericoli, non si sente al sicuro. A parlare chiaro sono le parole della maggior parte dei ragazzi interpellati tra le vie del “quadrilatero della paura”, dalla stazione centrale al Teatro Massimo, fino alla zona della Vucciria e il Foro Italico. Regno della movida sì, ma anche di timori e preoccupazione per una violenza che sembra dilagare. Proprio come dice Toti Prestigiacomo, studente di 27 anni:

“Abito vicino piazza San Domenico e mi muovo a piedi. Oltre che una scelta, è una necessità, perché trovare parcheggio in centro è difficile e non ho alcuna intenzione di pagare i posteggiatori. L’altra sera tornando a casa ho notato due giovanissimi, credo fossero minorenni, fermi all’angolo che conduce in piazzetta Sant’Andrea. Mi hanno osservato, seguito con gli occhi, poi mi hanno pedinato a distanza per diversi metri. Arrivato a casa ho trovato due miei coinquilini davanti al portone e intuendo che non ero più da solo hanno fatto marcia indietro. Credo attendessero il momento giusto per rapinarmi, anche perché avevano notato che avevo appena messo in tasca il mio iPhone. Sarebbe necessario collocare almeno delle telecamere tra i vicoli, lungo queste stradine spesso considerate terra di nessuno da chi ha cattive intenzioni”. Pericolo scampato, quindi. Ma c’è chi ha vissuto sulla propria pelle la paura, l’impossibilità di reagire e la perdita di qualcosa che gli era caro. Rosi Lo Presti, insegnante di 38 anni, racconta uno scippo subito l’anno scorso in corso Vittorio Emanuele: “Erano soltanto le 19, stavo raggiungendo un’amica per un aperitivo in piazza Marina. Due ragazzi a bordo di uno scooter hanno accostato, io ero sul marciapiede. Con forza uno dei due mi ha strappato la catenina d’oro che avevo al collo, era di mia nonna. Il valore economico non era alto, ma quello affettivo di sicuro sì. Da allora – prosegue – sono diventata più ansiosa, evito di percorrere a piedi lunghi tratti di strada. Ma ciò che mi preoccupa di più è rendermi conto che il tempo passa, ma non cambia nulla”.

Ne sono la dimostrazione gli ultimi fatti di cronaca. Marco R., 36 anni, è stato preso di mira i primi di giugno in via del Celso, dove abita. Ad immobilizzarlo sono stati due ragazzi che l’hanno colpito in testa con il manico di un coltello. Paolo Mannina è invece stato prima aggredito a scopo di rapina nei pressi di piazza dell’Argenteria, poi è stato vittima di una vera e propria spedizione punitiva: una volta riconosciuto uno dei malviventi, quest’ultimo sarebbe tornato alla carica con altre dieci persone che hanno tentato di sfondare il portone del palazzo in cui abita. Ultimo in ordine di tempo, l’episodio che ha visto protagonista, suo malgrado, il penalista Giovanni Lo Bue, aggredito in casa con un coltello, a pochi metri dal porticciolo della Cala.

“E’ davvero sconvolgente – dice Nino Mercurio, commerciante di 55 anni – l’atmosfera sembra quella di vent’anni fa. Eravamo felici quando il centro storico è stato illuminato, quando sulle balate della Vucciria ha cominciato a prendere vita una vita notturna che speravamo potesse portare la zona a rinascere. Ma questa non è rinascita, è regressione. Invece di andare avanti, andiamo indietro. I cittadini e noi commercianti dobbiamo sentirci al sicuro, è ora di dire basta alla delinquenza dilagante”.

E c’è chi ha perso le speranze, chi ha provato a convivere con disagi quotidiani, ma che alla fine ha deciso di lasciare il centro storico. Barbara C., abita da due anni nel cuore della Vucciria, ma a settembre si trasferirà nella zona residenziale della città: “A volte finisco di lavorare alle 24 – racconta – e tornare a casa diventa un incubo. Io qui non ci voglio tornare più. Belle le isole pedonali, ma al resto chi ci pensa? Qui ci sono posteggiatori abusivi che “prenotano” i posti auto chiudendoli con le cassette della frutta, qui c’è musica ad alto volume fino alle 4 del mattino. E’ un gran peccato, ma io vado via, perché come tanti altri residenti, mi sento ostaggio del centro storico. Questo siamo, privati della nostra libertà”.

Una zona che rientra regolarmente nell’ambito dei Cit, i controlli integrati del territorio, coordinati dalla Questura di Palermo. “Con questi interventi in collaborazione con altre forze dell’ordine – spiegano dalla polizia – puntiamo, non solo alla prevenzione ed alla repressione dei reati, ma anche tesi a migliorare il decoro della città. Una zona particolarmente posta sotto la nostra attenzione è proprio quella del centro storico che rientra nella competenza territoriale del commissariato Oreto-Stazione e risale ad appena due giorni fa un Cit nella vasta area compresa tra piazza Giulio Cesare, via Lincoln, via Roma, Foro Umberto I, Corso Vittorio Emanuele e via Maqueda. Sono stati controllati 15 mezzi ed identificate 35 persone, elevate 28 multe per assenza di carta circolazione, assicurazione o targa, per un totale di 6.450 euro”.

“Oltre a questi servizi della questura – proseguono – il centro storico viene quotidianamente controllato dalle volanti del commissariato competente (che mette in campo due pattuglie per ogni fascia oraria) e da altri equipaggi dell’ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico. Inoltre – sottolinea la polizia – dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20,, durante l’apertura degli esercizi commerciali, nella zona vengono inviate pattuglie appiedate, formate da poliziotti di quartiere, equipaggi in grado di raggiungere e percorrere anche gli itinerari non accessibili ai veicoli di servizio, come via Merlo, via Paternostro, via Alloro. Insieme a quello delle volanti, è fondamentale il lavoro dei motociclisti della polizia, Nibbio e Falchi, che battono a tappeto le strade del centro storico, compresa la zona del porto, in particolare nei giorni e nelle fasce orarie concomitanti con l’arrivo delle navi da crociera. In ogni caso – concludono – all’attività preventiva del commissariato Oreto, si aggiunge quella della sezione Investigativa, in strada fino a tarda notte. Gli agenti in borghese monitorano in particolare le zone ad alta densità criminale, proprio come l’area compresa tra le vie Roma, Divisi, Gorizia, Montesanto, Maestri d’Acqua, oltre alle vie Maqueda, Torino, Milano, Trieste e alla piazza Giulio Cesare”.

 


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