Dobbiamo dire addio anche a un uomo e a una donna legati dall’amore e al figlio che non nascerà. La speranza è stata spezzata. Selene e Giuseppe sono stati trovati senza vita, sotto le macerie di Ravanusa, con il bambino che lei portava in grembo. Era una speranza resa via via più flebile dalle ore che passavano, dall’assenza di voci che chiamavano, dalla mancanza di segnali. Lei e lui erano andati a trovare il papà e la mamma di Giuseppe, prima di essere travolti dall’esplosione. La mattina di questo lunedì ci consegna un atroce dispaccio. Altri corpi, altro dolore. Tra le vittime ci sono pure Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina. Un sabato sera familiare di tenerezze e affetti è stato spazzato via. Una palazzina sventrata si è trasformata nella tomba di chi un attimo prima stava sognando un domani di felicità. Lei avrebbe partorito la prossima settimana.
Ravanusa ci ha creduto. I soccorritori hanno scavato senza sosta. Il paese si è radunato intorno alle rovine. I colpi dello scavo affannoso sono stati assistiti dalle preghiere. Parenti e amici hanno atteso un miracolo. Il mormorio di una incessante preghiera non è stato esaudito. Noi tutti ci abbiamo creduto e siamo andati a dormire, ieri sera, augurandoci un prodigio. Ma la realtà raccontava cose diverse: più nessun segno di vita era arrivato dalla distruzione. Nessuno più chiamava aiuto. La mattina si sta riempiendo di impotenti commemorazioni social, sui profili dei ragazzi, di commenti sbigottiti. Tante persone reagiscono con dolore a un dolore che nessuna parola può dire fino in fondo.
Erano riusciti a sposarsi, nell’aprile scorso, Selene e Giuseppe, dopo avere rimandato il matrimonio per il Covid. E il ritardo aveva provocato un dispiacere, superato poi dalla successiva gioia. Lei aveva raccontato il momento sui social con un post: “Eccoci qui, a poche ore da quello che avevamo sempre sognato. Lo abbiamo immaginato, preparato nei minimi dettagli, abbiamo preparato con tanti sacrifici la nostra Casa che è lì a guardarci e a dirci aspetto Voi, eravamo pronti si, ma qualcosa é andato storto. Avevamo immaginato un 2020 tutto rose e fiori e così è stato, un anno di cambiamenti tutti positivi; settembre doveva essere la ciliegina sulla torta, ma così non sarà. Qualcuno da lassù ha deciso per NOI qualcosa di speciale, qualcosa che va al di là dalle nostre aspettative, come a dire il 2020 doveva essere l’anno di cambiamenti importanti ma non quello del vostro matrimonio. Il 12 settembre rimarrà sempre una data importante perché grazie a quella data abbiamo costruito il nostro futuro. Dobbiamo solo pazientare un altro po’ aspettando il 10 APRILE 2021 affidandoci a chi da lassù ci ha guidati fino ad ora”. Ma poi, le foto all’uscita della chiesa, l’abito bianco, la cerimonia desiderata e la festa avevano dissipato ogni malumore.
Si era capito fin da sabato sera quale fosse la portata della tragedia di Ravanusa. Da quando, su Facebook, era apparsa la faccia pallida e stravolta del sindaco, Carmelo D’Angelo, per chiedere assistenza. Da quel momento anime volenterose si sono precipitate sui luoghi della tragedia e hanno cominciato a scavare, a sorreggere, a incoraggiare. Stanno scavando, hanno scavato tutta la notte. Hanno trovato i corpi di altre vittime. Hanno trovato l’amore di un uomo e di una donna con il sorriso di un bambino che non nascerà.