Rcs, tra crisi ed esuberi |800 posti di lavoro a rischio - Live Sicilia

Rcs, tra crisi ed esuberi |800 posti di lavoro a rischio

La grande società editrice del Corriere e della Gazzetta nel suo piano triennale presenta il taglio di 800 posti di lavoro, la vendita della storica sede di via Solferino e la liquidazione di 10 testate.

Rcs, società editrice, fra gli altri, del Corriere della sera e della Gazzetta dello sport, è in piena crisi. Pietro Scott Jovane, amministratore delegato Rcs, ha presentato il piano triennale del gruppo, al Cae (Comitato aziendale europeo). Tagliare è la parola d’ordine: annunciati 800 esuberi, quindi il licenziamento di 640 tra giornalisti, poligrafici e amministrativi in Italia, 160 in Spagna.

Ma non finisce qui, il piano prevede, inoltre, la vendita sia della sede storica dei quotidiani milanesi, quella di via Solferino nel cuore di Brera, che la cessione di 10 testate altrettanto storiche come: Novella 2000, Visto, A, Max, oltre al polo dell’enigmistica. Tra i provvedimenti lacrime e sangue la dirigenza ha inserito anche la riduzione del 10 % dello stipendio del presidente, dello stesso amministratore delegato e dei suoi collaboratori. Ma la redazione non ci sta, e oggi sul Corriere pubblica una missiva di fuoco: “Il nostro giornale, insieme con tutto il gruppo RcsMediaGroup, sta subendo un attacco inaudito e inaccettabile da parte dei vertici di questa azienda”.

Commentando punto per punto il piano presentato, ne evidenziano i punti inaccettabili tra cui l’ennesimo taglio al personale: “Una decisione gravissima che, se applicata fino in fondo, sfregerebbe irrimediabilmente l’identità del Corriere e delle altre testate del gruppo”, e la vendita dello stabile che da sempre li ha ospitati: “Inoltre l’azienda ha annunciato di voler spostare la sede del Corriere della Sera da via Solferino 28, cancellando con un grossolano gesto contabile più di 100 anni di storia, il simbolo più importante della libertà di stampa in questo Paese, un pezzo unico e irripetibile del patrimonio culturale italiano”.

Ma l’affondo arriva alla fine, i giornalisti rimproverano alla loro dirigenza una lentezza incomprensibile nell’adeguamento delle loro testate alla tecnologia corrente, un’inadeguatezza degli investimenti, anzi, dicono molto di più: “Il Cdr insiste su questo punto da mesi, ricordando che negli ultimi cinque esercizi (2007-2011), già segnati dall’inizio della crisi, il monte dividendi distribuito agli azionisti ha raggiunto quota 108 milioni di euro, contro risorse provenienti da aumenti di capitale pari a zero”. E chiudono con una sferzata al vetriolo: “Nello stesso tempo, pur cogliendo il valore simbolico comunicato dall’amministratore delegato di autoridursi lo stipendio del 10%, osserviamo che servirebbe ben altro per compensare le perdite causate a questa azienda da una lunga sequela di manager e amministratori, alcuni dei quali si sono congedati, già in tempi di magra, con sontuose buonuscite”.

Intanto l’assemblea dei giornalisti ha annunciato 10 giorni di sciopero, da gestire in autonomia in base alle negoziazioni che si apriranno con la dirigenza.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI