Reddito di cittadinanza e lavoro che non c'è: "Si rischia la bomba sociale"

Reddito di cittadinanza e lavoro che non c’è: “Si rischia la bomba sociale”

Perché il sindacato si aspetta un autunno difficile. Parla il segretario

PALERMO – La Cgil si aspetta un autunno difficile in Sicilia. Alfio Mannino, segretario regionale del sindacato, è tranchant, nel suo colloquio con LiveSicilia.it: “Il taglio del reddito di cittadinanza aggrava un malessere profondo, già presente. Si rischia di creare una bomba sociale pronta a esplodere, anche con ricadute pesanti sul piano della sicurezza, perché ci sono troppe persone che non riusciranno a mettere il classico piatto di pasta in tavola. Fino a quando l’assegno arrivava, si riusciva a galleggiare. Adesso, nei nostri uffici, si presentano tanti che manifestano rabbia e sconforto, in un pericoloso clima di insicurezza che cresce ogni giorno”.

Disoccupati e pensionati

Le cifre calcolate e diffuse dalla Cgil, sulle quali si innesta la riflessione, sottolineano la presenza di crepe. In Sicilia, c’è – il dato riportato è di luglio – il diciassette per cento del tasso di disoccupazione, contro poco meno dell’otto per cento nazionale. Quarantamila nuclei familiari, nell’Isola, hanno visto la sospensione della misura Rdc.

Altri numeri non sono confortanti. I pensionati siciliani ricevono un assegno mensile inferiore del trenta per cento alla media nazionale. Un pensionato (maschio) può contare su una media di 961 euro al mese, le donne soffrono di un vistoso calo: 623 euro. E la questione dell’occupazione femminile è un problema in più con la percentuale di occupate poco superiore al trenta per cento.

I rischi dell’autonomia

 “In Sicilia – aggiunge Mannino – oltre 400 mila, fra lavoratrici e lavoratori percepiscono salari al di sotto della soglia di povertà, meno di nove euro l’ora. Gli occupati siciliani hanno una media salariale del 30 per cento in meno rispetto al resto del Paese. Le modifiche al superbonus impattano negativamente sul nostro tessuto economico. E guardiamo con preoccupazione alle conseguenze dell’autonomia differenziata. Sono scelte sbagliate del governo nazionale che creano disastri a cui il governo regionale oppone soltanto una colpevole inerzia”.

Alfio Mannino

Un settembre di ‘mobilitazione’

Ecco perché il sindacato annuncia un ‘settembre di mobilitazione’, in Sicilia, in vista della manifestazione nazionale del 7 ottobre. “Il 13 settembre a Catania – si legge in una nota – si accenderanno i riflettori sulle condizioni di lavoro delle donne, tra disoccupazione e gap salariale, part time involontario e lavoro nero. Il 18 settembre  a Palermo e Trapani si terranno manifestazioni con la partecipazione di Maurizio Landini. Temi: il lavoro povero e precario. Il 20 settembre manifestazione con i giovani a Troina, con focus sul tema dell’istruzione e dello spopolamento delle aree interne. Il 3 ottobre a Siracusa mobilitazione in difesa e per la valorizzazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico. La difesa della Costituzione repubblicana è il leit motiv di tutte le iniziative e il cuore della mobilitazione nazionale”.

I delusi di Rdc

“Mancano le politiche attive per il lavoro – conclude Mannino -. Non c’è una visione di sviluppo su settori decisivi come agricoltura e turismo. Ma la preoccupazione più urgente è il reddito di cittadinanza che viene meno. La rabbia è evidente, gli sfoghi sono ormai quotidiani”.


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