"Prevedere forme alternative di sostegno" - Live Sicilia

“Reddito di cittadinanza? Prevedere forme alternative di sostegno”

Lo dichiara Bobo Craxi dopo la visita a don Calogero Di Fiore

“Un importante numero di cittadini che abitano aree diffuse della città di Palermo vivono, dicono le statistiche, in uno stato che li colloca al di sotto della soglia di povertà. Spesso sono capi-famiglia, la loro condizione non li rende idonei per l’ottenimento del cosiddetto “reddito di cittadinanza” ancorché adeguatamente riformato. Bisogna prevedere forme alternative di sostegno, diretto prima e sotto forma di salario di ingresso poi; al fine di impedire che al posto del reinserimento all’interno della società attiva, legale e produttiva, mantengano legami con pezzi della società che si attarda nella illegalità che è un tarlo che la società siciliana e palermitana può e deve estirpare”. Lo dice Bobo Craxi dopo aver fatto visita a don Calogero Di Fiore, una personalità del mondo cattolico, molto impegnato nel settore del sociale a Palermo.

Stefania Craxi: “E’ indubbio che serva una misura”

“Sono figlia di una cultura, di una tradizione politica che ha saputo tenere insieme il merito e il bisogno, che riconosceva la necessità di soccorrere chi è rimasto indietro, chi non ce la fa, e di sostenere al contempo il merito e le competenze. Oggi come ieri, credo che il valore da difendere e da promuovere con forza sia quello del lavoro, attraverso politiche di crescita e sviluppo, non con le misure regressive immaginate da questa sinistra. E credo che aiutare le persone in difficoltà sia un imperativo urgente, che si può assolvere senza creare sacche di assistenzialismo improduttivo, senza disincentivare il lavoro”.

Così Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia (FI) e presidente della Commissione esteri a Palazzo Madama. “In tal senso – prosegue – il Reddito di cittadinanza va rivisto e migliorato. È indubbio che serva una misura che consenta di aiutare migliaia di persone in difficoltà. Io sono al loro fianco, la politica deve esserlo, e mi batto perché si possa aiutare davvero chi è in difficoltà, censurando gli approcci culturali e normativi che penalizzano il lavoro, eliminando al contempo le storture e le furbizie che hanno caratterizzato questo tipo di Reddito”.


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