Reddito minimo, cosa prevede | il contributo da 400 euro - Live Sicilia

Reddito minimo, cosa prevede | il contributo da 400 euro

I soldi della Regione. Istituito un fondo da 15 milioni per le famiglie che versano sotto la soglia di povertà. Ma fallisce il tentativo di inserire anche la norma 'salva Spo'. (Ch. Bi.)

Finanziaria
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PALERMO – Le richieste di ritirare l’articolo sono arrivate persino da pezzi della maggioranza poco convinta sui criteri di assegnazione, ma alla fine la norma contenuta in finanziaria che assicura alle famiglie disagiate un “reddito minimo” da (massimo) 400 euro al mese, è passata in aula dopo essere stata riscritta dal governo.

Riscritta perché non erano chiare, appunto, le modalità di assegnazione. Non era chiaro, insomma, chi e – soprattutto – come avrebbe potuto accedere al fondo “per il sostegno all’inclusione attiva”, costituito con uno stanziamento iniziale da 15 milioni di euro. La riscrittura del governo, così, prevede che sia l’assessorato alla Famiglia, con un decreto da adottare entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, a definire proprio queste modalità di accesso al fondo.

Un reddito che, comunque, sarà garantito esclusivamente alle famiglie più povere, quelle dichiarate sotto la soglia di povertà assoluta dall’Istat. Il fondo, inoltre, verrà incrementato dai ribassi d’asta delle gare per le forniture della Regione, ma non solo: “Quindici milioni rappresentano una sorta di start-up – ha spiegato il presidente Rosario Crocetta – , il fondo si alimenterà. Quest’articolo è un apripista anche per gli interventi sociali che vogliamo dirottare sui fondi europei”. “Non si tratta di un reddito di cittadinanza rivolto indistintamente a tutti – ha spiegato il capoguppo dell’Udc Lillo Firetto –, piuttosto di un sostegno ai poveri, identificati come tali, da una prova dei mezzi effettuata secondo criteri articolati e omogenei a livello nazionale: è comunque un patto di reciproca responsabilità tra il beneficiario e l’amministrazione pubblica, che si impegna a offrire adeguati servizi di accesso e di sostegno”.

Ma, come detto, qualcuno questa norma l’ha criticata. Anche all’interno della maggioranza. E dal Partito democratico sono arrivati inviti a ritirarla. “Questa norma non assicura trasparenza circa l’utilizzo delle somme – ha detto Giovanni Panepinto – e rischia di rispolverare vecchie logiche assistenzialiste e clientelari. Per l’erogazione dei 15 milioni di euro in dotazione alla legge servono regole chiare ed organiche, con l’eventuale coinvolgimento dei Comuni”. “Sapete tutti come noi Cinquestelle teniamo al reddito di cittadinanza – ha detto, invece, il capogruppo del Movimento 5 Stelle Giancarlo Cancelleri –, ma quella norma prevedeva di dare 450 euro a persone o famiglie attraverso centri per l’impiego, quindi comuni, quindi Regione. Così, invece, non c’è metodo. State creando un bacino di precariato, questo è un reddito di cittadinanza semplificato”. Favorevole Fabrizio Ferrandelli (Pd): “La norma a sostegno delle famiglie povere è giusta – ha detto – , ma occhi aperti. Chiedo all’assessore la massima vigilanza per evitare che gli estorsori di voti e di diritti, soprattutto nelle periferie, speculino sulla disperazione e sul bisogno della gente per barattare voti o per fare affari, a cominciare per esempio, dalla richiesta di denaro per la compilazione di moduli e per seguire l’iter della pratica”

“Una misura innovativa – ha commentato l’assessore alle Politiche sociali Ester Bonafede – che vede ancora una volta la Sicilia protagonista insieme con altre 7 regioni italiane. Il Sia è un’azione sperimentale, a livello nazionale il ministero del Lavoro vuole portarla avanti per trasformarla in una misura che prenda in carico nuclei familiari per intero e non soltanto singoli”.

Anche in questo caso, poi, nella riscrittura è spuntato alla fine un articolo ‘salva Spo’ e precari dei policlinici. Un comma aggiunto all’articolo all’ultimo minuto ‘tentava’ di inserire questo bacino di lavoratori tra i destinatari del fondo. Ma l’articolo è stato cassato. Tentativo fallito.


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