TRAPANI – Da luglio del 2022 il sistema informatico di gestione dei dati utilizzato dall’Anatomia patologica dell’Asp di Trapani era dotato di una funzione di ‘Alert’ che avrebbe potuto segnalare i ritardi negli esami istologici, tuttavia “non è stata attivata”. Lo sostiene l’Azienda sanitaria provinciale nella lettera inviata all’assessorato alla Salute e che accompagna la documentazione integrativa destinata al ministero. I laboratori di Trapani e Castelvetrano, inoltre, non avrebbero ‘dialogato’ tra loro.
La funzione ‘Alert’ mai attivata
Nel documento – firmato dal dg Ferdinando Croce e dai direttori sanitario e amministrativo Danilo Greco e Danilo Faro Antonio Palazzolo – l’Asp apre il capitolo della gestione dell’Anatomia patologica sotto la guida del primario Domenico Messina, oggi in pensione. Sulla funzione ‘Alert’ del sistema ‘Athena’, l’Azienda sanitaria ha chiesto informazioni alla Dedalus, società che ha rilasciato il software e i successivi aggiornamenti.
Nella lettera che accompagna l’ulteriore documentazione chiesta dagli ispettori ministeriali l’Asp conclude: “Il meccanismo di ‘Alert’ automatico non è mai stato attivato per iniziativa dell’Unità operativa di Anatomia patologica”. Una decisione che sarebbe stata adottata in autonomia rispetto ai vertici manageriali dell’Azienda. L’Asp ricorda infatti che “di questa determinazione non è mai stato fornito avviso alle strutture gerarchicamente superiori”.
I laboratori di Trapani e Castelvetrano erano accomunati dallo stesso software ma agivano come “due entità parallele”. Tra loro non vi era alcuna “intersezione informativa né interazione”, ad eccezion fatta per i referti già scritti e comunicati. Un laboratorio non ‘vedeva’ le attività dell’altro, quindi, e l’unico ad avere accesso ai dati di entrambe le strutture era il direttore.
I laboratori di Trapani e Castelvetrano
Il documento partito da Trapani e arrivato a Roma tramite il passaggio all’assessorato alla Salute, inoltre, accende un faro sui numeri dei due laboratori che fino a novembre del 2024 si sono occupati di esaminare i campioni istologici: quello del Sant’Antonio Abate di Trapani e quello del Vittorio Emanuele II di Castelvetrano. A novembre Castelvetrano chiuse i battenti per volere di Croce, che intendeva concentrare le esigue risorse sul laboratorio di Trapani.
Dai dati emerge che l’arretrato di esami ha avuto origine soprattutto dal laboratorio di Castelvetrano. Dei 3.112 casi in sospeso al 9 luglio del 2024, infatti, 740 erano stati presi in carico da Trapani e 2.372 dal Vittorio Emanuele II. Al Sant’Antonio Abate arrivavano i campioni di Trapani e del Paolo Borsellino di Marsala, mentre Castelvetrano riceveva anche da Alcamo, Mazara del Vallo e Pantelleria.

Le prestazioni aggiuntive
La lettera partita da via Mazzini si sofferma inoltre sui carichi di lavoro di Messina e sulle sue ‘prestazioni aggiuntive’ nel 2023 e 2024. Si tratta di quell’attività svolta dai medici in aggiunta al normale turno di lavoro. Una strategia che ha lo scopo di ridurre le liste di attesa o far fronte a momentanee carenze di organico.
“Tutti gli accessi del direttore dell’Unità operativa complessa presso l’Anatomia patologica di Castelvetrano nell’arco temporale preso in esame – si legge – sono stati effettuati unicamente digitando il codice 88 (ovvero per prestazioni aggiuntive)”. Croce, tuttavia, non intende esaudire la richiesta di pagamento fatta da Messina dal momento che la Direzione “non ha avuto conoscenza” di quelle prestazioni aggiuntive.
L’Asp porta poi sottolinea che il numero dei referti esitati dal direttore dell’Unità operativa complessa “in esecuzione” delle prestazioni aggiuntive “risulta essere pari a circa 50 al mese e, invece, il numero degli accessi alla struttura risulta essere pari a 8 al mese”. Per l’Asp esisteva quindi una “evidente sproporzione” con un “conseguente aggravio sull’assolvimento dell’equilibrio delle prestazioni istituzionali”.